Esercitazioni militari USA-Brasile minacciano apertamente il Venezuela

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Esercitazioni militari USA-Brasile minacciano apertamente il Venezuela

Sono iniziate lo scorso 19 agosto per terminare il prossimo 30 agosto le annuali esercitazioni militari UNITAS intorno alla costa di Rio de Janeiro e all’isola di Marambaia in Brasile. Nell’operazione marittima multinazionale sono dispiegati 3.880 militari, 14 imbarcazioni, 1 sottomarino, 8 elicotteri e 5 aerei, con il coinvolgimento di 13 paesi: USA, Brasile, Argentina, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panamá, Paraguay e Perù, Gran Bretagna, Giappone e Portogallo.

Military members from 13 countries stand in formation at the opening ceremony of UNITAS LX (60) in Rio de Janeiro, August 19, 2019. UNITAS, which means “unity” in Latin, is a demonstration of the U.S. commitment to the region and to the value of the strong relationships forged with our partners there. (U.S. Navy Photo by Mass Communication Specialist 1st Class Timothy M. Ahearn)

La 60esima edizione della UNITAS, guidata dagli USA e dal Brasile, avviene nel quadro delle minacce di Donald Trump di imporre un blocco navale del Venezuela. Senza alcun pudore, gli intenti aggressivi dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati regionali sono stati manifestati apertamente dal capo del Comando Sud degli Stati Uniti, sotto il cui comando si realizzano le operazioni, l’Ammirante Craig Faller, che in una conferenza stampa da Miami, Florida, ha dichiarato: «Siamo pronti a implementare decisioni politiche e ci manteniamo fermi”, siamo preparati per fare «quello che dobbiamo fare», quando il Governo prenderà la sua decisione. Rivolgendosi direttamente al governo venezuelano di Maduro ha dichiarato che «l’approccio del governo degli USA continua ad esser quello di esser concentrato a pressare un regime illegittimo per garantire che ci sia una transizione ad un governo legittimo e democratico»[1].

Dichiarazioni che hanno avuto la pronta reazione del Partito Comunista del Venezuela (PCV): «Questa nuova e grave minaccia di intervento militare, conferma le intenzioni dell’imperialismo statunitense di esacerbare la sua criminale offensiva contro il popolo venezuelano» dichiara in un comunicato diffuso tramite la rete SolidNet.

Riferendosi direttamente alle esercitazioni militari UNITAS LX, i comunisti venezuelani richiamano all’attenzione sul fatto che «coincidono con l’adozione di nuove sanzioni unilaterali coercitive contro il Venezuela e la minaccia di un blocco navale sulle coste venezuelane da parte del governo statunitense». «Denunciamo – prosegue il comunicato – queste manovre militare come una provocazione bellicista dell’imperialista statunitense e i suoi alleati, contro il Venezuela e i Governi della regione che non sono affini ai suoi piani egemonici, e una pericolosa minaccia per la pace e la stabilità della regione»[2].

Il PCV rivolge anche un appello al Movimento Comunista Internazionale «a rimanere in allerta e a intensificare le azioni di solidarietà internazionale».

Intanto il Brasile per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale potrebbe ospitare primi contingenti militari statunitensi sul proprio territorio attraverso la concessione dell’utilizzo della base di Alcântara a Maranhão, lungo la costa nordatlantica del Brasile, in un’area strategica all’interno dell’Amazzonia. La concessione, ufficialmente per uso commerciale, consentirà agli USA l’utilizzo della base per lanciare missili, veicoli spaziali e satelliti. Ad opporsi a questa decisione il Partito Comunista Brasiliano che denuncia come questo atto sia l’ennesima violazione della sovranità nazionale promosso dal governo Bolsonaro in linea con la sua politica antipopolare a favore degli interessi della borghesia: «La consegna della base di Alcântara, con la scusa di essere utilizzata per scopi commerciali, consente agli Stati Uniti di stabilire forze militari in una regione strategica del Brasile», esprime in un comunicato, evidenziando inoltre che «i voti della destra e dell’estrema destra a questa misura di resa erano prevedibili, poiché Bolsonaro e i suo soci non sono altro che lacchè dell’imperialismo. Ma, purtroppo, l’accordo ha avuto anche il voto favorevole e la difesa pubblica del PCdoB, fatto che contrasta con la retorica antimperialista di quel partito. Il PCB non negozia la difesa della sovranità nazionale e si oppone a qualsiasi misura volta a consegnare il nostro territorio e le nostre tecnologie a potenze imperialiste come gli Stati Uniti».[3]

Un fatto significativo così come che nelle esercitazioni UNITAS LX siano coinvolti anche il Messico e il Portogallo, entrambi paesi guidati da governi di “sinistra”[4]; fatti che confermano l’assunto leninista che “la lotta contro l’imperialismo, se non è indissolubilmente legata con la lotta contro l’opportunismo, è una frase vuota e falsa”.

[1] https://www.presstv.com/Detail/2019/08/20/603991/US-ready-for-mission-in-Venezuela-Top-commander

[2] http://solidnet.org/article/CP-of-Venezuela-Pronouncement-from-the-Communist-Party-of-Venezuela-PCV-Regarding-the-Threats-of-War-from-US-Imperialism-Against-Venezuela/

[3] https://pcb.org.br/portal2/23841/contra-a-entrega-de-alcantara-aos-estados-unidos/

[4] In Messico con il governo della nuova socialdemocrazia di Obrador e in Portogallo con il governo del partito socialista guidato da Costa con il sostegno esterno del PC Portoghese.

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