L’ultimo discorso di Fidel
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Delegazione PC – FGC rende omaggio a Fidel Castro
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Grazie compagno Fidel

di Alessandro Mustillo

Con Fidel Castro muore uno dei più grandi rivoluzionari del secolo scorso. Un combattente, un comunista, mai pentito, che ha avuto il doppio merito di realizzare una rivoluzione gloriosa a poche miglia dagli Stati Uniti d’America, e di sapere mantenere in vita quella rivoluzione negli anni difficili che seguirono alla controrivoluzione in URSS. Tutto il movimento comunista internazionale ha un debito eterno con Fidel Castro e Cuba socialista per aver dato nuova linfa e slancio all’ideale rivoluzionario, per aver dimostrato che il socialismo è possibile, anche in una condizione di difficoltà assoluta, quando la volontà di un popolo è ferma nel mantenere la propria dignità e la propria volontà rivoluzionaria.

Tutti conoscono la storia di Fidel e della Rivoluzione cubana, anche i bambini. Un piccolo gruppo di combattenti che conquista l’appoggio di una popolazione stremata dalle angherie e dai soprusi, dallo sfruttamento e dalla disuguaglianza sociale della Cuba di Batista, parco giochi per i ricchi capitalisti. Una rivoluzione che parte nel moto d’orgoglio di un popolo sfruttato, che travolge ogni schema fisso dei rapporti internazionali, che esporta nel continente latinoamericano, dove per anni giustizia sociale e indipendenza dal colonialismo avevano animato uno spirito rivoluzionario mai sopito, quel grande slancio rivoluzionario che si espande ai paesi del cosiddetto terzo mondo, che dalla Cina al Vietnam, alla Corea, giunge fino ai confini della potenza capitalistica più forte del mondo. Questo è il motivo per cui la Rivoluzione cubana ha fatto sognare più di molte altre: un piccolo gruppo di uomini, di grandi uomini, che vincono contro un nemico più potente, risvegliando la forza e la coscienza di un popolo, che nessuna disparità di armi può vincere. L’emblema del socialismo che trionfa, guidato da giovani rivoluzionari, da Che Guevara, da Camillo Cienfuegos, e con un grande comandante: Fidel Castro.

Se Cuba oggi è ciò che è, nonostante tutte le difficoltà, se Cuba non è Haiti, se Cuba ha il più alto tasso di scolarizzazione, e il minore di analfabetismo, le migliori condizioni di vita per la gioventù, una sanità di eccellenza gratuita e accessibile a tutti – persino esportata nel resto del mondo – se i giovani cubani possono trionfare a livello mondiale nelle pratiche sportive, perché l’accesso allo sport gratuito è diritto universale, se ciascuno ha una casa, un lavoro, i mezzi di sussistenza necessari, se tutto ciò è accaduto, il merito è della Rivoluzione Cubana e dell’uomo che per cinquant’anni è stato la sua guida: Fidel Castro.

Cuba e Fidel hanno resistito ad ogni pressione da parte dell’imperialismo. Negli anni Fidel Castro ha subito oltre trecento attentati. Subito dopo la Rivoluzione gli Stati Uniti cercarono di rovesciare il governo cubano con un tentativo di invasione alla Baia dei Porci, respinto dall’azione popolare. Cuba è sottoposta ad un blocco economico giudicato illegale dalle Nazioni Unite, condannato con decine di risoluzioni dell’Assemblea Generale a maggioranza schiacciante, oggetto di condanna dalle organizzazioni latinoamericane e di tutto il mondo. Nonostante questo Cuba non ha chinato la testa, e un presidente americano, con la scaltrezza propria dei democratici, ha dovuto riconoscere che è necessario un nuovo metodo, non certo per accettare Cuba socialista, ma per lottare contro il suo governo e il suo sistema sociale, promettendo aperture e una nuova strategia.

Fidel ha rappresentato la voce dei popoli oppressi del mondo. Ha denunciato l’imperialismo e i suoi crimini. Cuba socialista è stata al fianco dei popoli africani che si sono liberato da regime fascista dell’Apartheid. Pochi di quanti ammirano Mandela ricordano che a fianco della sua lotta non c’erano i paesi capitalistici, non c’erano le “democrazie occidentali”, ma l’URSS e Cuba, che in Africa inviò il proprio esercito a combattere per solidarietà antimperialista, per contribuire all’avanzamento dei processi di liberazione dall’imperialismo in tutto il mondo, per aiutare fraternamente chi voleva costruire una società giusta e solidale. Con questo spirito recentemente è stata proprio la Cuba di Fidel e di Raul, a accorrere in soccorso dell’Africa per arginare la minaccia dell’Ebola. Mentre i paesi capitalistici inviavano aiuti, Cuba inviava medici che sul campo, con tutti i rischi connessi, lavoravano per circoscrivere l’epidemia e salvare vite umane. Questa è la realtà ed è più forte di ogni menzogna.

Ora che Fidel non c’è più, resta a Cuba un forte Partito Comunista, erede del suo lider maximo. Un Partito che è chiamato a guidare un paese in un momento complesso, con una tensione tra riforme economiche, aperture internazionali, in un momento straordinariamente complicato nelle relazioni internazionali tra i paesi e nello scontro tra potenze. Alla nuova dirigenza cubana il compito di proseguire sulla strada tracciata da Fidel Castro, saper agire nelle contraddizioni inevitabili, mantenendo ferma la direzione della costruzione e del rafforzamento del socialismo.

Oggi all’Avana milioni di cubani piangono la grande figura di Fidel Castro. Gli oppressi di tutto il mondo piangono una figura amica, fraterna e paterna. Ma il socialismo vive, grazie a uomini come Fidel Castro, che nella tempesta hanno saputo mantenere dritta la direzione. Il socialismo diventa sempre più attuale, per le contraddizioni sempre più grandi del capitalismo a livello globale. Il socialismo è l’orizzonte a cui milioni di uomini e donne aspirano nel processo di liberazione dalla schiavitù capitalistica, per un mondo più libero, più giusto, più solidale. Questi uomini oggi rendono l’omaggio dovuto a Fidel Castro. Coscienti che il suo pensiero e il suo esempio sarà sempre con noi, come guida per le nostre lotte.

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