Grecia. Il sindaco comunista di Patrasso a processo per non aver consegnato ai nazisti i dati dei rifugiati

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Grecia. Il sindaco comunista di Patrasso a processo per non aver consegnato ai nazisti i dati dei rifugiati

di Salvatore Vicario

“E’ nostro dovere e obbligo verso le persone di Patrasso, verso la storia e il popolo del nostro paese, di fronte alla nuova generazione, con le nostre azioni, che dall’amministrazione comunale innalziamo un muro contro la riattivazione del fascismo e il nazismo”.

Così si riferisce il Sindaco di Patrasso (comunista, militante del KKE) al processo per “mala condotta” perché non ha fornito informazioni sui rifugiati ai nazisti di Alba Dorata.

Il sindaco di Patrasso, K.Peletidis, è stato già portato a giudizio dall’ispezione dell’Amministrazione Pubblica per non aver ceduto spazi pubblici ai fascisti per i loro atti. In questo caso l’accusa è quella di non aver forniti i dati sul numero di bambini migranti che frequentano gli asili comunali come richiesto da Alba Dorata in Consiglio.

Il comunicato dice:

“Le agenzie governative stanno facendo il loro lavoro quando si tratta di difendere il cosiddetto “diritto civile”, adattato alle necessità del sistema di sfruttamento brutale (capitalista). Sulla base di queste leggi si chiama come accusato il sindaco di Patrasso Kostas Peletidis per mala condotta! Perché si è rifiutato di facilitare l’azione di Alba Dorata […] E’ necessario – continua il comunicato – denunciare la realtà e il ruolo dei discendenti politici dei nazisti, e evidenziare l’attività criminale e pericolosa di Alba Dorata. Il minimo che possiamo fare è non facilitare la loro azione. Non dobbiamo aver paura! Faremo fronte a questa persecuzione insieme al nostro popolo, che ha memoria e ha pagato un alto prezzo del fascismo”.

Non è la prima volta che il sindaco comunista della città di Patrasso entra in conflitto con le istituzioni borghesi. Infatti è accusato già per non rispettare i vincoli del patto di stabilità imposti ai Comuni favorendo così una politica sociale di allevio delle dure condizioni che vivono i lavoratori e settori popolari oppressi a causa delle politiche antipopolari dell’UE e del governo SYRIZA al servizio dei capitalisti. Lo scorso luglio, ad esempio, è andato a giudizio per aver bloccato il licenziamento dei lavoratori comunali rifiutandosi di fornire i fascicoli dei dipendenti comunali difendendo così il diritto al lavoro a tempo indeterminato e stabile con diritti per tutti. In quell’occasione centinaia di lavoratori si riunirono fuori dal tribunale a difesa del sindaco chiedendo la “fine della persecuzione contro il sindaco combattente”. Uscendo dal tribunale dichiarò che: “non processano me, ma i lavoratori. A loro sono rivolte queste sentenze. Come ente locale dichiariamo che continueremo a difendere la giusta lotta dei lavoratori per i posti di lavoro permanenti con diritti completi. I lavoratori sono quelli che producono e costruiscono il futuro di questo paese”. Nel mese di aprile fu artefice dell’organizzazione, da parte del Comune di Patrasso, della Marcia dei Disoccupati sotto la parola d’ordine “Lavoro per tutti, lavoro con diritti” che da Patrasso dopo 8 giorni e 220km giunse in piazza Syntagma ad Atene con un concentramento di migliaia di persone per risaltare il problema della disoccupazione che colpisce ogni famiglia popolare e chiedere misure di appoggio reale per i disoccupati e le loro famiglie e assunzioni nei settori della salute, l’istruzione, nei municipi ecc. Davanti al parlamento greco, il sindaco comunista sottolineò che: “Abbiamo marciato per far sentire forte e chiara la voce dei disoccupati, dei giovani, dei lavoratori con rapporti di lavoro flessibili, discontinui, a cottimo, schiavistici. Per far sentire la voce del lavoratori autonomi in bancarotta e dei piccoli agricoltori costretti a lasciare la loro terra”. Adesso siamo davanti al Parlamento – proseguì – “dove dicono, vengono prese le decisioni. Decisioni antipopolari, che avvantaggiano quelli che possiedono la ricchezza, i monopoli, gli armatori, i banchieri e schiacciano quelli che la ricchezza la creano […] E’ giunto il momento per chi ha reso la vita delle persone un inferno, di sentire la pressione del movimento popolare. Organizzazione e lotta ovunque, lotta contro la linea politica antipopolare della UE, dei governi borghesi e dei monopoli. Essi sono il veicolo del declino e della regressione sociale. Il loro dominio impedisce il progresso”

Lo scorso anno invece prese la decisione di togliere la bandiera dell’Unione Europea dalla sede del municipio perché – come spiegò il portavoce della giunta comunale – “la bandiera dell’Unione Europea è un simbolo che la gente odia. Questo si deve al fatto che l’UE sta lavorando contro gli interessi dei popoli, è la fonte di tutte le disgrazie che hanno colpito il nostro paese. Le politiche europee si conformano alle necessità economiche del mercato creando povertà di massa e disoccupazione”.

Un esempio di come i comunisti devono usare anche le amministrazioni comunali come bastioni di resistenza popolare fuori dalla compatibilità e in rottura con il sistema e le regole istituzionali, a favore e in funzione della mobilitazione e organizzazione della lotta del popolo con l’avanzamento del movimento operaio e popolare per il rovesciamento del sistema capitalista e le sue istituzioni.

1 Comment

  1. Francesco Lupinacci ha detto:

    Ha fatto bene il sindaco comunista greco di Patrasso Peletidis a non concedere spazi pubblici ai fascisti di Alba Dorata. Su queste vie si incanala anche la dittatura del proletariato. Un sindaco coraggioso, fermo e deciso nonostante il contorno di forze sociali opposte e contrastanti. L’unico caso esemplare e da esempio ammirevole, Peletidis, nella storia del primo ventennio del XXI secolo.

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