“Chiunque verrà a noi con una spada morirà di spada” (Aleksandr Nevskij)
“Conosco cento modi per far uscire l’orso russo dalla tana, ma nemmeno uno per farcelo rientrare” (Otto von Bismarck)
“La regola 1, alla pagina 1 del libro di guerra, è: Non marciare su Mosca” (Bernard Law Montgomery, Camera dei Lord, il 30 maggio del 1962)
L’Unione Europea, dopo l’ignobile disfatta che ha subito sul suolo ucraino con la distruzione di un’intera generazione di giovani e la riduzione di quel paese allo stato nazimafioso, decide di voler alzare la posta, proclamando il riarmo dell’Europa, spremendo i cittadini europei e convogliando spropositati capitali alla produzione di armi al posto di istruzione e sanità. La bolla del covid si è sgonfiata, altrettanto quella dell’auto elettrica, dobbiamo trovare altri mezzi per alimentare i profitti stagnanti del capitalismo europeo. A cominciare da quello tedesco, sotto attacco dal capitalismo USA che ha iniziato da tempo la sua opera di cannibalismo nei confronti dell’Europa.
È superfluo spiegare perché 800 miliardi per questo progetto sono del tutto inutili e spropositati. La Russia già spende meno (nel 2024, 730 mld l’Europa in dollari, i soli Paesi UE 574,5 mld, 462mld una Russia in guerra da due anni calcolata a parità di potere d’acquisto). Inoltre queste spese nell’immediato andrebbero per la maggior parte ad alimentare la produzione americana. Il risultato sarà solo quello di aggravare la minaccia alla Russia che non potrà che reagire di conseguenza.
Dall’altro lato ci sono gli USA. Il cambio di Amministrazione ha consentito di effettuare un cambio di postura. Si può nascondere che il disastro ucraino lo hanno provocato gli USA in combutta con la Gran Bretagna e attribuire tutta la colpa al quadriennio precedente, facendo dimenticare che la guerra non è cominciata tre anni fa, ma nel 2014 e da 8 a 4 anni fa alla casa Bianca c’era l’attuale presidente.
Colpi di scena su colpi di scena, arriviamo all’attuale trattativa a Gedda in cui Zelensky sembra ancora una volta nelle mani della Gran Bretagna, che lo induce al bluff. Infatti ha definito “costruttivo” l’incontro a Gedda e ha valutato positivamente un cessate il fuoco di 30 giorni con la Russia e la ripresa degli aiuti militari e la condivisione di intelligence da parte degli Stati Uniti.
Cosa c’è dietro?
L’antagonismo storico tra i due blocchi capitalistici sulle due sponde dell’Atlantico (per chi crede che questa sia un’assurdità vada per esempio a rileggere la crisi di Suez del 1956) vede oggi, ad ambiti di sfruttamento ridotti, la competizione su chi possa arricchirsi con la sconfitta dell’Ucraina. La Germania e soci speravano di replicare le razzie perpetrate dopo il crollo del socialismo in Europa dell’est. Gli USA li stoppano. “Ci siamo prima noi”.
Per passare alla fase due, bisogna però fermare la guerra ed è questo l’interesse di Trump. Da bravo affarista crede di aver messo nel sacco l’avversario. Questi è nella scomoda situazione per la quale o accetta una tregua del tutto sfavorevole, priva di garanzie e nel momento in cui stava raccogliendo il frutto di tre anni di sacrifici, oppure si pone in una posizione facilmente attaccabile dalla propaganda bellicista occidentale. Naturalmente a Putin quest’ultima cosa interessa molto poco, come i massimi portavoce Peskov e Zakharova hanno chiarito, ma a noi sì perché ci troveremmo a contrastare un bellicismo nostrano ancora più ringalluzzito.
La pubblica chiamata alle armi europea si è tinta di una tinta ipocrita di pacifismo, richiamandosi a una Unione alternativa del tutto inesistente, come il voto del 12 marzo del Parlamento Europeo ha confermato.
Dall’altro lato gli appelli che giustamente la contrastano, divergono.
Alcuni (la maggioranza prevalente) sono nella idiota strettoia di continuare a demonizzare congiuntamente i due contendenti (Trump e Putin), appellandosi a un pacifismo incomprensibile al di fuori dell’analisi remote e recenti della crisi.
Altri, invece sottovalutano che Trump, oltre a condurre un criminale appoggio alla politica genocida e coloniale in Palestina, sta giocando una partita pericolosissima proprio contro la Russia non essendo riusciti a metterla al tappeto militarmente e avendo capito che la forza non funziona, ora passano all’astuzia, fingono divisioni nel campo occidentale, o ne accentuano le linee di frattura realmente esistenti, giocando al poliziotto buono e quello cattivo.
Se la forza non ha funzionato, ora furbescamente un finto arbitro, che è stato l’allenatore fino a ieri della squadra che sta miserevolmente perdendo, fischia prematuramente la fine della partita.
Purtroppo temiamo che ancora una volta ci saranno tanti e tanti che ci cascheranno e sarà ancora più difficile smascherare questo gioco. Che è un gioco col fuoco, ricordiamolo.