Si chiama logistica, si legge schiavismo

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Si chiama logistica, si legge schiavismo

Metti una delle maggiori realtà cooperative italiane che si occupa di assunzione e gestione del personale, prevalentemente nel ramo della logistica. Stiamo parlando di Easycoop, che a Stradella (Pavia) opera nei magazzini H&M, gestiti dalla statunitense XPO Logistics, azienda tra le prime dieci al mondo nel settore delle catene di approvvigionamento. E metti che le due aziende decidano di peggiorare le condizioni contrattuali dei lavoratori; bene, ora rispondi: cosa succederà? Domanda retorica purtroppo. Il servilismo dei sindacati confederali verso la classe padronale ha colpito ancora.

È successo poche settimane con la sottoscrizione, da parte di da Filt CGIL, Fit CISL e UIL trasporti, di un accordo scellerato con le due aziende, che ha ulteriormente peggiorato le condizione contrattuali dei lavoratori. Naturalmente, come sempre più spesso succede, le sigle si sono ben guardate dal pubblicizzare la convocazione dell’assemblea dei lavoratori per discutere i termini del mandato; fatto sta che a votare siano stati appena poche decine di lavoratori, a fronte di un organico di 350 unità. E inevitabilmente il voto di pochi ha comportato, per tutti, un nuovo contratto che scippa una serie di diritti. Per esempio il ticket mensa, che viene sostituito da un gettone di presenza di importo irrisorio. Inoltre cambia l’orario lavorativo, che oscilla tra sei e dieci ore al giorno; si taglia lo straordinario, che scatterà dopo la decima ora di lavoro giornaliera e solo al termine delle 168 ore mensili previste dall’orario di lavoro, tra l’altro senza distinzione tra diurno e notturno (quest’ultimo finora era maggiorato del 50 per cento, contro il 30 del diurno).

E, mentre il rapporto tra lavoratori a tempo pieno e a tempo determinato cresce fino al 50% (senza alcuna chiara indicazione sui criteri di trasformazione da tempo determinato a tempo pieno), i permessi, la malattia, le ferie, la 13 esima e la 14 esima mensilità verranno contabilizzati non più su base mensile, ma su quella delle ore lavorative effettivamente svolte.

Solo un sindacato, il SI Cobas, ha preso posizione a favore di questi lavoratori che, con la piena solidarietà del Partito Comunista, sono scesi in agitazione.

«Stiamo assistendo alla progressiva erosione della dignità dei lavoratori, soprattutto nel settore della logistica, che assume sempre più le caratteristiche di un moderno lager in cui i padroni mettono in atto una sorta di schiavitù – hanno osservato i Comunisti – Negli ultimi cinque anni XPO ha aumentato il suo valore azionario di una percentuale superiore al 150 per cento e tale risultato è arrivato prevalentemente nel corso dell’ultimo anno, cioè da quando sono iniziate le soluzioni contrattuali schiavistiche. Non meno colpevole Easycoop, che tiene in scacco i lavoratori con il ricatto del licenziamento».

 

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