Sul vertice dei paesi del “Sud Europa”.

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Sul vertice dei paesi del “Sud Europa”.

Italian prime minister Matteo Renzi (L) and greek prima minister Alexis Tsipras during their meeting at Chigi's palace in Rome, 3 February 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Dichiarazione del segretariato dell’Iniziativa comunista europea

«La speranza è nella lotte dei popoli per rovesciare la barbarie capitalista.»

L’Iniziativa Comunista Europea ha svolto un importante intervento riguardo la prossima riunione dei capi di stato del cosiddetto “Sud Europa”, che il governo greco ospiterà il 9 settembre prossimo ad Atene. L’Iniziativa Comunista Europea afferma in questa dichiarazione che gli organizzatori dell’incontro hanno lo scopo di utilizzarlo per rafforzare le illusioni dei popoli d’Europa riguardo ad una “alleanza del sud”, che dovrebbe presumibilmente “porre fine all’austerità” e chiamano i popoli a rafforzare la loro lotta per rovesciare la linea anti-popolare della UE e del sistema capitalistico che essi servono. Ecco la dichiarazione completa del segretariato dell’ICE:

«Una conferenza dei leader dei paesi mediterranei della UE, del cosiddetto “Sud Europa” si terrà ad Atene il 9 settembre, su iniziativa del governo di “sinistra” Syriza-Anel – lo stesso governo dei nuovi memoranda e di decine di misure contro i lavoratori in Grecia – e sarà incentrato sugli sviluppi nella UE, sulla questione dei profughi, degli immigrati e il famoso tema dello “sviluppo”. Questa iniziativa arriva a pochi giorni dall’incontro tra la vecchia e la nuova socialdemocrazia a Parigi.

Queste due iniziative, così come altre simili, hanno come comune denominatore l’obiettivo di seminare false speranze tra i popoli riguardo la possibilità di migliorare e umanizzare il sistema capitalistico e la sua struttura interstatale sul continente europeo, la UE. Essi cercano di convincere i popoli che altri rapporti di forza nel cuore dell’Europa, in favore del “Sud” e a spese del “Nord”, o in favore della socialdemocrazia contro le forze liberiste, porterà la fine della “austerità”, uguaglianza, solidarietà, sviluppo nella UE.

Ma i popoli hanno sperimentato per decenni che l’UE e ogni tipo di governo borghese (sia esso liberale o socialdemocratico) mira a sostenere i profitti del capitale, il loro recupero attraverso l’intensificazione delle misure anti-popolari. Lo sviluppo che viene promesso non è mai stato e non può essere “giusto” ma è basato sulla distruzione dei diritti delle classi popolari e sull’intensificazione dello sfruttamento.

I lavoratori hanno accertato nella loro esperienza che la competizione tra centri imperialistici e paesi capitalistici (del nord o del sud, con governi socialdemocratici o liberali) che porta all’intensificarsi delle guerre e degli interventi imperialistici, porta nuovi tormenti e persecuzioni per i popoli e spinge le persone a emigrare come rifugiati. I popoli comprendono che meccanismi come l’ISIS e le sue repellenti azioni, finanziate e sostenute dagli USA; dalla Nato, dalla UE e dai loro alleati nella regione del Medio Oriente, costituiscono il pretesto per intensificare le misure repressive della UE e dei suoi governi.

Oggi, il risultato del referendum britannico sull’uscita dalla UE, ha portato alla luce le contraddizioni tra i vari centri imperialistici in relazione al futuro e alle prospettive della UE. Il punto principale della controversia interna alla eurozona e alla UE resta il modello di gestione borghese, cioè tra stabilità di bilancio e monitoraggio degli stati membri da parte dei meccanismi della UE da una parte e dall’altra una politica di allentamento e aggiustamento dei vincoli di bilancio in modo che i fondi statali possano essere utilizzati per sostenere i monopoli. Questa controversia è estranea agli interessi dei popoli, perché entrambi gli approcci saranno a scapito della classe operaia e delle masse popolari povere, in quanto hanno come presupposto l’inasprimento dell’offensiva antipopolare. I governi della vecchia e nuova socialdemocrazia in Europa utilizzano lo slogan del “No all’austerità” in modo ingannevole. Questo slogan non ha alcuna relazione col mettere un freno e ribaltare le misure barbariche contro i lavoratori, alleviando la condizione dei popoli. Al contrario esso è legato al sostegno dei gruppi di affari con un supplemento di nuovo denaro. Ciò è dimostrato anche dal fatto che questi governi, così come quelli liberali, portano avanti nuove misure contro i lavoratori in Grecia, Francia, Italia, Portogallo, Spagna, Cipro, al fine di incrementare i profitti del grande capitale. Sebbene molti summit ed incontri ad alto livello tra “leader dei paesi del sud” abbiano luogo, per quando sia grande la retorica affermata del voler far “ripartire l’Unione Europea, la UE non potrà mutare in favore dei popoli, ma può solamente peggiorare, né in alcun caso il potrà umanizzare il capitalismo, che essa serve. La speranza è nella lotta dei popoli per rovesciare la barbarie capitalista! »

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