Contro i venti di guerra, Ucraina NATO, Russia. La situazione attuale

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Contro i venti di guerra, Ucraina NATO, Russia. La situazione attuale

INTERVENTO DEL SEN. ELIO LANNUTTI

alla Conferenza Stampa

Contro i venti di guerra, Ucraina NATO, Russia. La situazione attuale

tenutasi a Palazzo Madama, Roma, il 9 febbraio 2022

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Quel che accade da tempo in Ucraina è uno dei più straordinari esempi di manipolazione e mistificazione mediatica e politica della Storia

Nel 2004 ci fu una rivoluzione organizzata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America attraverso una organizzazione governativa chiamata NED. I rivoluzionari furono addestrati da una associazione serba pagata dai fondi del Congresso Usa, i media ucraini furono letteralmente comprati da UsAid, la campagna elettorale del candidato alla presidenza Viktor Yushenko e il suo braccio destro Yulia Timoshenko fu finanziata da decine di milioni di dollari. Ovviamente il candidato amico di Washington alla fine vinse le elezioni, seppur accusato di brogli, e si insediò insieme alla moglie statunitense di origine ucraina, di dichiarata fede fascista. Ma di questo particolare nessun media occidentale si preoccupò.

Il governo Yushenko-Timoshenko fu travolto da scandali e corruzione. Ma per media e politici d’Occidente si trattava di vittime perseguitate.

Le elezioni le vinsero altri. Ma questo non andava bene. Perché quando ci sono brogli alle presidenziali americane si tratta di marachelle, quando invece in un Paese come l’Ucraina gli elettori scelgono liberamente di votare un Presidente non ostile alla Russia, allora quelle elezioni non sono democratiche e se non si rivota vuol dire che è in atto un colpo di Stato da parte della Russia.

Nel 2014 l’Ucraina fu teatro di un vero e proprio colpo di Stato ma media e politici, allergici a qualunque Presidente russo che non sia totalmente filo Nato, trasformarono il golpe in una rivoluzione democratica.

In base a solidissime inchieste giornalistiche, ricche di prove e di testimonianze, è emerso che le solite agenzie governative Usa (NED e UsAid in testa) hanno finanziato, supportato e addestrato i soliti manifestanti. Questa volta, però, si erano aggiunti anche il Pentagono e la Nato, mobilitando decine di migliaia di fascisti ucraini, provenienti da tutta l’Europa, dal Sudamerica e dagli Stati Uniti, organizzati in brigate internazionali. Estremisti che hanno occupato militarmente la protesta per mesi, provocando la polizia ucraina con quotidiane azioni violente.

Infine, sono entrati in scena corpi speciali della Nato e cecchini assoldati per l’occasione che hanno compiuto un vero e proprio massacro nel centro di Kiev, attribuito al Presidente di turno non ostile a Mosca, costretto a dimettersi ed a fuggire dall’Ucraina. Esistono prove documentali e testimoniali, tra cui proprio i cecchini che compirono il massacro, oltre che il rapporto ufficiale dell’allora ministro degli Esteri dell’Estonia, inviato a Kiev per indagare per conto dell’Unione europea.

La nuova Ucraina che annovera ben quattro ministri che si dichiaravano fan della più odiosa dittatura, poteva finalmente mettere fuori legge l’uso della lingua russa, usata da oltre metà della popolazione, redigere liste nere di politici, giornalisti, accademici, funzionari dello Stato, definiti letteralmente «nemici del popolo ucraino».

La risposta dei milioni di cittadini di lingua e tradizione culturale russa era scontata. Non avrebbero mai potuto accettare un governo così illiberale. Le proteste che ne sono seguite sono state represse nel sangue. Come è accaduto ad Odessa il 2 maggio del 2014, con oltre trecento persone picchiate, torturate, bruciate all’interno della casa dei sindacati da parte della polizia e delle squadracce neonaziste.

Esistono video e foto che rappresentano un atto di accusa senza precedenti. La loro colpa? Protestare contro le misure liberticide del governo.

Ovviamente, media e politici si sono ben guardati di raccontare e denunciare la cosa. Non una riga è stata scritta sui nostri giornali per raccontare il più sanguinoso eccidio (dopo quello di Srebrenica) avvenuto in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.

Da quel momento la situazione è precipitata.

I russi di Crimea (perché si tratta di russi a tutti gli effetti e la Crimea è sempre stata una regione appartenente alla Russia) hanno votato democraticamente la loro annessione alla Russia. I russi del Donbass si sono letteralmente ribellati a quel governo fascista, mentre l’Europa inviava armi al governo per reprimere le proteste dei cittadini che si stavano difendendo. Invece di emarginare dal consesso internazionale un simile governo, l’Europa ha deciso un embargo alla Russia, rea di un’invasione dell’Ucraina che non c’è mai stata, colpevole di aver accolto i propri connazionali della Crimea, di nuovo nella loro patria naturale.

E mentre giornalisti indipendenti e diplomatici coraggiosi denunciavano la deriva autoritaria definendo l’Ucraina paragonabile al Cile di Pinochet, mentre in tutti questi anni per le strade di Kiev e delle altre città avvenivano sequestri, uccisioni e pestaggi in pieno giorno di oppositori politici e semplici cittadini accusati di essere («nemici del popolo ucraino», gli occidentali hanno ingrassato le casse del governo ucraino, armando il loro esercito. E cercano ora di inglobare nella Nato, un Paese, esempio di democrazia e rettitudine morale, con la minaccia di spostare testate nucleari ostili a poche centinaia di chilometri da Mosca.

Vi ricordate quando nel 1961 l’Unione Sovietica provò a installare i propri missili nucleari a Cuba? La risposta di Washington fu perentoria e si sfiorò il conflitto globale, rientrato solo dopo il dietro front di Mosca.

Per quale motivo gli Usa avrebbero il diritto di non avere bombe atomiche ostili a due passi da casa mentre la Russia no?

Per quale motivo noi abbiamo messo sotto embargo la Russia accusandola di essere poco democratica e al tempo stesso finanziamo, appoggiamo e armiamo un Paese che rappresenta il Cile di Pinochet dei nostri giorni? Se le cose stanno così i nostri governi dovrebbero smettere di fare la morale al resto del mondo e dovrebbero smetterla con la retorica dell’antifascismo. Perché oggi, tra i tanti valori in gioco, c’è proprio quello dell’anti fascismo. Con la nostra Costituzione, nata sulla spinta e gli ideali della lotta all’oppressore nazi-fascista.

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Ma Putin nemmeno si sogna di invadere l’Ucraina e nemmeno l’Europa. Putin è il capo di un grande Stato che è anche un importante partner economico dell’Europa. (Il Gazzettino)

La sua storia e la sua geografia dimostrano che l’Ucraina è stata la culla della Russia. L’Ucraina dal canto suo continua a richiedere di aderire alla NATO, nonostante la caduta della Russia abbia reso praticamente inutile questa Alleanza. (L ‘Ecodelsud.it)

Stando agli ultimi dati Eurostat, nel 2019 l’Unione Europea ha importato il 41,1% del suo gas naturale dalla Russia. E anche per l’Italia la dipendenza è marcata, con il 43,3% del gas importato da Mosca nel 2020 (dati del ministero della Transizione ecologica).

Gli altri esportatori di gas su cui l’Italia fa affidamento (anche se in misura nettamente minore) sono l’Algeria (22,8%), la Norvegia e il Qatar (10% circa). La produzione interna, invece, corrisponde a meno del 10% del gas utilizzato. Ma i Paesi europei più dipendenti in assoluto dalle forniture russe sono Finlandia e Lituania, entrambe con oltre il 90%, seguite da Austria (65%) e Germania (49%). Quelli più autonomi sono invece la Francia (meno del 25% di gas importato dalla Russia, grazie anche alle centrali nucleari) e i Paesi Bassi (I I grazie allo sfruttamento delle riserve domestiche).

 

L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (United States Agency for International Development – USAID), fondata nel 1961 su ordine esecutivo del Presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy, è un’agenzia governativa statunitense per la lotta alla povertà globale e al fine di consentire alle società democratiche di migliorare le proprie potenzialità.

Il NED, National Endowment for Democracy, ha finanziato gruppi come Bellingcat, (Index on Censorship, Article 19, Finance Uncovered e la Fondazione Thomson Reuters).

Un ex funzionario della CIA ha detto a Declassified che il NED è un “veicolo” per la “propaganda” del governo degli Stati Uniti

Il NED, National Endowment for Democracy, società no-profit finanziata dal Congresso degli Stati Uniti, negli ultimi cinque anni ha finanziato con più di 2,6 milioni di sterline sette gruppi di media britannici indipendenti.

Il NED è stato “creato… per fare allo scoperto ciò che la CIA ha fatto di nascosto per decenni” — come scriveva [in inglese] nel 1997 il New York Times — incluso spendere milioni di dollari per “sostenere in decine di paesi cose tipo partiti politici, sindacati, movimenti dissidenti e media di informazione”.

Dalla fine della Guerra Fredda, il NED si è ingrandito ed è stato coinvolto nel tentativo di indebolire o rimuovere governi indipendenti da Washington, tra cui quelli democratici in Bolivia, Ecuador e Venezuela.

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