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Primo Maggio a Bruxelles

Primo Maggio a Bruxelles (e non solo): contro la UE nel cuore delle sue istituzioni

 

Questo Primo Maggio una delegazione di una decina di militanti del Partito Comunista ha presidiato uno stand nel villaggio associativo organizzato dal sindacato FGTB (leggi qui il nostro comunicato). Comprendente oltre 58 banchetti di altrettante associazioni, partiti politici, media indipendenti ed altro, questo assembramento è stato marcato dalla presenza dell’unica forza marxista-leninista in grado di presidiarlo, per tutte e dieci le ore di apertura, grazie all’incredibile dedizione dei compagni e le compagne. I numeri parlano chiaro: i nostri volantini di presentazione (immagine 1) sono stati distribuiti ad oltre 1000 esemplari. Inoltre, circa la metà dei gadget in vendita al nostro banchetto (immagini 2 e 3) sono stati venduti, senza contare i volantini per il referendum “ripudia la guerra” distribuiti ad i numerosissimi italiani presenti.

Questa importante presenza di italiani, ovviamente, come Federazione Estero non ci sorprende. Sugli oltre sei milioni di italiani residenti all’estero (considerando solo quelli iscritti all’AIRE), circa 260 mila vivono in Belgio. Moltissimi lavorano nelle istituzioni europee, altri studiano nelle università (che hanno costi di iscrizione ben più bassi che in Italia), altri ancora sono sfruttati dalle grandi piattaforme di consegne a domicilio (che in Italia sponsorizzano, assurdamente, il concertone del primo maggio) senza contare i piccoli imprenditori.

Il nostro messaggio per loro è chiaro: nessun miglioramento delle loro condizioni di lavoro verrà ottenuto senza la lotta di classe, che nessun partito a parte il nostro propone nel suo programma. Nessun sindacato concertativo riuscirà a strappare al governo Meloni (così come al governo Draghi prima di lui, o ad un ipotetico governo Schlein in futuro) salari decenti, leggi contro lo sfruttamento, miglioramento delle condizioni di lavoro o tutela delle vittime di infortuni.

Sono le battaglie contro le classi dominanti che le lavoratrici e i lavoratori affiancati dai militanti comunisti italiani emigrati per scelta o per forza portano avanti in altri paesi come in Francia, Spagna, Portogallo. I militanti presenti a questa manifestazione del primo maggio nel cuore della finanza europea non proponevano opportunità gastronomiche per una chiacchierata come negli altri stand, anzi; i molti italiani erano attratti proprio dal simbolo politico del Partito Comunista, curiosi di conoscere in presenza i militanti e le modalità del loro lavoro all’estero. Questo lavoro di tutto il PC è conosciuto e riconosciuto all’estero, perfino a Cuba. Il malcontento dei cosiddetti espatriati è palese perché mancano i servizi efficaci e gratuiti da parte della Farnesina nonché la sovranità dell’Italia. La tutela delle italiane e degli italiani va garantita.

La Federazione Estero sezione Enrico Olivetti continuerà senza sosta il suo lavoro di militanza per una società giusta in un paese dove tutti abbiano pari doveri e diritti. Contro ogni forma di compromesso, contro il capitale, contro i sinistroidi e i falsi comunisti purtroppo incontrati in quel primo maggio, c’è solo la lotta di classe. Essere dalla parte giusta è un’emergenza.

Socialismo o barbarie!

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