FATTI TESTARDI SULLA QUESTIONE PALESTINESE

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FATTI TESTARDI SULLA QUESTIONE PALESTINESE

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FATTI TESTARDI SULLA QUESTIONE PALESTINESE

Di Pietro Terzan

 

Bombardamento a tappeto e indiscriminato sulla popolazione civile, colpendo abitazioni, ospedali, luoghi di culto, opere storiche ed artistiche, scuole, sedi governative, campi profughi, strade ecc.Rastrellamento di civili inermi, denudati e trattati come bestie da portare in trionfo, spacciandoli al mondo come miliziani di Hamas. Raggruppati, fatti mettere in ginocchio in mezzo al deserto, con i fucili puntati contro dai militari israeliani, come se stessero per essere giustiziati con modalità molto simili a quelle dell’ISIS, che non a caso ha studiato alla scuola del Mossad e della CIA.

l numero delle vittime del genocidio di Israele contro Gaza è di 21.110 morti (27/12/2023) tra cui più di 8.000 bambini (22/12/2023) uccisi dai raid israeliani e 8.863 bambini feriti (22/12/2023).

▪️ Ci sono 55.243 feriti (27/12/2023), la maggior parte di loro non può essere curato.

▪️ I dispersi superano i 7000 (27/12/2023).

▪️ In Cisgiordania ci sono stati 303 morti tra cui 73 bambini (22/12/2023) e almeno 3365 feriti. (07/12/2023)

Le cifre sono comunicate dalle autorità di Gaza e secondo quanto riporta Al Jazeera molti cadaveri sono ancora sotto le macerie o nelle strade. I numeri devono essere continuamente monitorati e sono purtroppo in costante aggiornamento e aumento.

Si è assistito ad uno spettacolo spregevole e maligno nelle scene di “divertimento” dei soldati israeliani durante le operazioni di terra: ad esempio proposte di matrimonio tra le macerie, utilizzo delle biciclette dei civili ammazzati, distruzione degli oggetti nei negozi devastati e vuoti, balletti di pessimo gusto.

Israeliani che oltraggiano i cadaveri palestinesi, calpestandoli e urinandoci sopra.

“Acquista la tua villa a Gaza”, annunci immobiliari terrificanti, progetti di case per coloni che vogliono vedere il mare sulle macerie di Gaza. L’intento di pulizia etnica è manifesto ed esplicito.

Secondo il Financial Times, la parte settentrionale di Gaza è oggi più distrutta di quanto lo fosse Dresda dopo i bombardamenti Alleati nel 1945. Sono state utilizzate più di 58.000 tonnellate di esplosivi ad alto potenziale.

L’interruzione di rifornimenti energetici, su tutti carburante e elettricità (pensiamo anche al blocco a singhiozzo di internet), la forte compromissione dell’acqua potabile, la costrizione ad un’estrema razionalizzazione del cibo (ma anche dei medicinali) data la scarsità costante degli alimenti e la difficoltà nel reperirli, con l’omicida intento di far perire una fortezza assediata, meglio dire una prigione a cielo aperto, con metodi barbari e medioevali.

Gli ostacoli e i blocchi agli aiuti umanitari e alle campagne di solidarietà internazionali con la Palestina.

Vengono colpiti indiscriminatamente e assassinati anche medici (311 morti tra il personale sanitario), giornalisti (103) e funzionari ONU.

Utilizzo di armi vietate dalle convenzioni internazionali come le bombe al fosforo.

Lo sgozzamento dei 40 bambini israeliani è una fake news ormai comprovata, utilizzata per giustificare le operazioni di guerra israeliane.

Documenti Wikileaks pubblicati dal combattente per la verità Julian Assange, trattato come il più grande criminale in circolazione solo perché è un vero giornalista, testimoniano i costanti finanziamenti ad Hamas da parte di USA e Israele, probabilmente con il fine di destabilizzare la leadership palestinese.

Israele è finanziata, appoggiata politicamente e armata dalla maggior parte dell’Occidente, compreso il nostro governo. In questi 80 giorni gli USA hanno già inviato 230 aerei cargo e 20 navi piene di armi ed equipaggiamento.

Il governo sudafricano, che sa bene cosa significa apartheid, ha denunciato Israele di essere un regime segregazionista.

Israele ha lanciato il doppio di bombe e missili sulla Palestina nei primi sei giorni di guerra, che la Russia sull’Ucraina in quasi due anni. Il territorio palestinese è infinitamente più piccolo del territorio ucraino. Le vittime civili del conflitto tra Russia e Ucraina sono già molto inferiori rispetto al vero e proprio massacro che sta subendo il popolo palestinese.

L’ONU ha dichiarato il 09/12/2023 che metà della popolazione palestinese sta soffrendo la fame. Il rischio epidemie è molto elevato. Le fosse comuni hanno già fatto la loro comparsa da un po’ di settimane. L’ONU ha richiesto ripetutamente un cessate il fuoco immediato per motivi umanitari, con ampie maggioranze ad ogni votazione. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, che ha bisogno dell’unanimità per prendere decisioni di questo calibro, è stato bloccato dall’unico voto contrario del rappresentante USA, membro permanente. La risoluzione sarebbe passata con l’astensione.

Israele è forse l’unico Stato al mondo a detenere bambini nelle proprie carceri.

Naturalmente solo bambini palestinesi.

Arresti indiscriminati e di massa: prima del 7 ottobre erano circa 5.200 i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Da allora, le forze israeliane hanno arrestato più di 4000 persone.

Propaganda martellante e manipolatrice, con ampio uso di messe in scena e falsificazioni.

Migrazioni quotidiane e forzate, con quattro stracci, bambini in braccio, sotto le bombe. Pulizia etnica umanitaria la chiamano. Ipotesi di utilizzo della bomba atomica proclamate con impunità e leggerezza inaudita. Deportazione di tutta la popolazione! Torture e assassini indiscriminati! Gli sfollati ormai sono il 90% della popolazione, circa 1.9 milioni di persone.

Nazioni unite: “È l’inferno sulla terra! Metà della popolazione muore di fame”. (10/12/2023)

I membri del governo israeliano e dell’esercito continuano a fare dichiarazioni allucinanti da scontro di civiltà, guerre di religione e crociate come: “A Gaza non esistono innocenti”; “I nostri ostaggi sono prigionieri del Diavolo”; “Gaza diventerà un luogo dove nessun essere umano potrà più esistere”; “Stiamo combattendo animali umani e ci comportiamo di conseguenza”; “Non ci saranno né elettricità né acqua. Ci sarà solo distruzione. Volevate l’inferno, avrete l’inferno”.

Ben più della metà delle unità abitative di Gaza sono completamente distrutte.

Una volta la stella di David, simbolo identitario del popolo ebraico, fu usata dai nazisti per marchiare la razza inferiore da estirpare dalla faccia della terra. Ora viene utilizzata per sfregiare e vandalizzare abitazioni, luoghi di culto o spazi socio-culturali come il Freedom Theatre di Jenin.

Odio razziale e religioso manifestato sui social e su internet, con puerili e deumanizzanti prese in giro delle sofferenze del popolo palestinese.

Non sono state ancora adottate le risoluzioni 194 (1948), 242 (1967) e 338 (1973) del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che chiedono il ritiro di Israele dai territori occupati nel 1967 e una giusta soluzione del problema dei rifugiati.

Lo Stato di Israele sta uccidendo di media più bambini al giorno che il Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale. Chiaramente i nazisti proseguirono le loro operazioni sistematiche di sterminio per 6 anni, mentre Israele è ufficialmente in guerra da poco più di due mesi. Ciò non toglie che questo rimanga un dato agghiacciante.

Come è possibile che uno degli eserciti più sofisticati al mondo, con un sistema di sicurezza tra i più avanzati e con una tra le intelligence più rinomate si sia fatto trovare completamente impreparato il 7 ottobre 2023? Il dubbio è più che legittimo: siamo di fronte al pretesto per la punizione collettiva che si sta compiendo in questo momento, senza precedenti nella storia di questi più di 75 anni di lunga oppressione? Queste atrocità stanno accarezzando il concetto di soluzione finale, stanno toccando con mano la definizione di subumano, fanno pensare ad una sorta di “Olocausto rovesciato”. In caso contrario, si dovrebbe riconoscere la possibilità di un attacco a sorpresa di Hamas. Dal basso dunque ci si può organizzare efficacemente per colpire e resistere alla prepotenza dei potenti, Golia può ancora trovare grosse difficoltà nell’affrontare Davide.

Dopo essere stato perseguitato per millenni, discriminato a partire dalla responsabilità di aver fatto crocifiggere Gesù Cristo, dopo esodi e diaspore, ucciso e cacciato per la non limpieza de sangre. Dopo aver subito la pesantezza quotidiana del razzismo, della gerarchizzazione sociale e dei popoli e infine il terrificante sterminio sistematico nazista, una volta liberato e riconosciuto come essere umano, il popolo ebraico, la grande maggioranza del popolo ebraico, ha scelto di seguire la strada della propria borghesia sionista, ha scelto la strada della cooptazione tra i padroni della terra e, seduto al loro tavolo, ha riproposto cinicamente ciò che aveva subito, sulla pelle di un’altra popolazione, sui corpi di altre culture e religioni, ritenute a loro volta inferiori.

In tutto questo cortocircuito storico la lettura orientalista, invece di essere cancellata, è solo riscritta e aggiornata. Per non commettere i loro stessi errori da imbecilli, è da tenere ben presente la differenza tra sionismo ed ebraismo, per non cadere nella trappola dell’antisemitismo lanciata ormai senza nessun criterio, se non quello di delegittimare ogni critica verso lo Stato di Israele, presentata strumentalmente come vittima con il diritto di difendersi. Come testimonia la repressione della minoranza ebrea che lotta contro la guerra e la politica colonialista del governo israeliano, ebraismo e sionismo sono cose diverse.

Il sionismo è un figlio del colonialismo, affine al nazismo, le loro radici sono intrecciate nel profondo. Nonostante tutto ciò che il popolo ebraico ha sopportato, le metodologie e l’ideologia nazista sono in qualche modo sopravvissute, ripresentandosi in forme diverse nel colonialismo israeliano ai danni del popolo palestinese, con i suoi ripetuti tentativi di genocidio. Altro che vittima! Ci troviamo di fronte ad un carnefice spietato, baluardo dell’imperialismo “democratico e umanitario” nel “barbaro e incivile” Medio Oriente.

Seminano bombe, morte e distruzione; raccoglieranno ancora odio, rivalsa, intifada, vendetta e martirio. Hamas, per quanto criticabile, non è sola, ma è anzi sostenuta dalla maggior parte del popolo palestinese e dei gruppi politici palestinesi. Insieme stanno comunque organizzando la resistenza, come i nostri antenati hanno fatto contro il nazifascismo. Nonostante le trame e gli inganni. Chiaramente il paragone è esagerato, i contesti storici e le motivazioni politiche sono molto diverse, l’egemonia politico-militare all’interno della resistenza è nelle mani della parte più reazionaria del fronte popolare, non certo come durante la lotta partigiana contro il fascismo. Però ci sono anche fili che si collegano, soprattutto ciò che accomuna gli invasori, ma anche la lotta disperata e cosciente per il riconoscimento, la scelta tra la patria, la libertà, la vita o la morte. Sicuramente è un paragone più calzante dei tanti fatti in questi anni dai nostri governi, complici diretti di questa carneficina. Oltre agli interessi politici, non bisogna dimenticare gli interessi economici, di cui ancora oggi si parla troppo poco. Non solo la conquista dei territori. La scoperta di ingenti risorse naturali (petrolio e gas) nel mare a largo della Striscia di Gaza è un fattore determinate già dall’inizio del nuovo millennio, è un “perché” cardine di questa invasione colonialista.

Per quanto tempo questo popolo dovrà essere oppresso e schiavizzato? Esempio eroico, ideale di resistenza, oppresso per eccellenza, ma ogni volta che ha cercato di spezzare le proprie catene, che ha raggiunto dopo indicibili sacrifici un gradino d’autodeterminazione, le critiche, come uno sciame di vespe furiose, lo hanno attaccato senza pietà. Forse dall’attuale angolo della prospettiva storica, l’operato di Arafat non era poi così male? Giusto sognare, motore e anima delle lotte, ma l’oppressione non si distrugge dall’oggi al domani. La Liberazione si costruisce giorno dopo giorno e la solidarietà non va concessa solo a chi è schiacciato dalle sbarre dell’oppressione, ma anche a chi tenta di distruggerle nel concreto. A volte bisogna trovare una via, sporcandosi le mani con qualche compromesso, per raggiungere il fine ultimo di un mondo senza più oppressi e oppressori.

Quante generazioni hanno sventolato la bandiera palestinese, lottando contro indifferenza ed impotenza? Almeno su una questione così lampante, possiamo trovare un’unità d’intenti? Ricordiamoci che non stiamo lottando per noi, per le nostre coscienze. Stiamo lottando per la pace, per il popolo palestinese, che dannato vive in un inferno reale. Prendiamo esempio ed uniamoci in un fronte unico per fermare il massacro. Già siamo in pochi, cosa pensiamo di ottenere se non ci uniamo?

A tutti voi che vi state preparando per passare serenamente le feste e le vacanze in famiglia e con gli amici. Se non credete alle testimonianze, ai freddi dati, se vi offuscano la mente i bombardamenti a tappetto della propaganda e le arroganti e palesi menzogne e falsificazioni, guardate le immagini e i video del cataclisma non naturale che si è abbattuto sulla Palestina. Le macerie non vi parlano? Le pietre di moschee e chiese, millenarie e secolari, completamente distrutte. Non c’è rifugio negli ospedali, nelle scuole e nei campi profughi. Guardate il vuoto terrorizzato negli occhi dei bambini riesumati dalla polvere, guardate le urla nere di disperazione delle madri con in braccio i cadaveri dei propri figli, l’angoscia dei padri che vorrebbero essere in quei lenzuoli al posto loro, sepolti vivi o morti, in fosse comuni o sotto i detriti della propria casa. Se non ci credete, provate ad aprire gli occhi e a guardare.

Palestina libera!

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2 Comments

  1. Fulvio Bandini ha detto:

    🔴 Segui e fai seguire Telegram de LA RISCOSSA🔴
    L’informazione dalla parte giusta della storia.
    📚 t.me/lariscossa

  2. cristina ha detto:

    La tragedia dei palestinesi si sta consumando davanti ai nostri occhi in una condizione di insopportabile impotenza

    vorrei chiedere alla redazione tutta e a chi vi collabora se è possibile aprire un dibattito sul come interrompere questo stato di incapacità a “fare” (le manifestazioni ormai sempre più deboli servono a poco ) Confido invece molto nella forza di intellettuali,accademici ,letterati ,artisti e nella loro capacità di denunciare con forza lo scempio in atto ,non più con appelli o analisi ma utilizzando lo strumento mediatico delle conferenze stampa organizzate in luoghi significativi (Commissione Europea,palazzi di governo ,ambasciate USA e Israeliana ) esponendosi in prima persona Chi rappresenta il meglio della nostra società forse potrebbe quantomeno svergognare pubblicamente questi criminali e i loro sostenitori,stizzire e provocare gli attori di questo macello e i loro complici Sarà un’idea ingenua ma confrontandosi se ne possono tirare fuori altre più forti e incisive grazie
    Fare è un ‘ urgenza non più prorogabile
    M Cristina Lauretti

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