LA FORMAZIONE SECONDO ANTONIO GRAMSCI

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LA FORMAZIONE SECONDO ANTONIO GRAMSCI

di Marco Barricata

Antonio Gramsci del quale oggi ricordiamo l’anniversario della nascita(1891) fu il primo convinto teorico dell’utilità delle scuole di Partito per preparare Ideologicamente e culturalmente le masse (condizione questa ritenuta necessaria, al pari di altre).

Come sappiamo Gramsci non solo si occupo’ di educazione, cultura, etica e formazione ma soprattutto riteneva tutte queste attività fra loro collegate.

Nel 1919 insieme ai compagni di Torino, fondò la scuola di cultura e propaganda socialista, rivolta soprattutto agli operai che si poneva come obiettivo di

“diventare padroni del pensiero e dell’azione, per essere artefici della propria storia”.

Per contrapporsi al modello educativo borghese, Gramsci  individuo’ come centrale soggetto la classe operaia che andava alfabetizzata e educata politicamente e culturalmente.

In quest’ottica la scuola di Partito era per lui il fondamento della cultura e del lavoro teorico e doveva abbracciare tutti i campi del sapere.

La scuola di Partito doveva unire l’impostazione ideologica con la prospettiva rivoluzionaria e dare a un’avanguardia proletaria la capacità a sua volta, di formare e istruire i quadri del Partito, sempre col fine di trasformare la società.

È Gramsci stesso al I corso di scuola interna del Partito nel 1925, a fornire i dettagli sul tipo di materie da insegnare alla scuola: materialismo storico, politica  generale, storia del PCI e dei suoi principi organizzativi, economia politica, storia del capitalismo, guerra e crisi del sistema, la società comunista e la fase transitoria di autogoverno del proletariato (dittatura del proletariato), dottrina comunista sullo Stato, le 3 Internazionali dei lavoratori, la storia del Partito Bolscevico, dei Soviet e la politica industriale Sovietica, la storia del commercio e della cooperazione internazionale, la politica finanziaria borghese, i sindacati e i principi rivoluzionari del Partito.

Il corso si avvaleva  di dispense e fascicoli riguardanti temi specifici (la politica sindacale, la questione operaia e contadina) con schemi per migliorare la conversazione in pubblico e consigli didattici per studiare autonomamente.

Una curiosità, Gramsci non usava mai l’espressione buona lettura rivolgendosi ai Compagni ma bensì buono studio! 

Il Partito per Gramsci doveva selezionare i migliori fra gli operai e diffondere fra gli studenti il concetto di aiuto reciproco e incentivare lo studio di gruppo ma si raccomandava anche di scrivere al Partito per avere chiarimenti su qualsiasi difficoltà o dubbio.

Infine per Gramsci lo studio non doveva essere schematismo ma doveva sempre essere finalizzato all’autodisciplina intellettuale e all’autonomia. 

Dagli scritti di Gramsci su questi temi, il Partito subito dopo la II guerra mondiale, trae lo spunto per creare il noto modello pedagogico comunista che diventerà poi in breve tempo, celebre in tutto il mondo.

 

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