Electrolux: i lavoratori difendono il diritto di sciopero dall’attacco padronale

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Electrolux: i lavoratori difendono il diritto di sciopero dall’attacco padronale

La multinazionale Electrolux, colosso svedese degli elettrodomestici, si è resa protagonista di un’ennesima provocazione e intimidazione nei confronti dei lavoratori e lavoratrici combattivi mettendo in atto un grave attacco al diritto di sciopero. 26 lavoratrici e lavoratori dello stabilimento di Solaro (Mi) hanno ricevuto infatti una illegittima lettera di contestazione con successivi provvedimenti disciplinari per aver aderito allo sciopero dell’8 marzo. La contestazione da parte dell’azienda si è basata su una presunta non comunicazione dello sciopero da parte di alcuna sigla sindacale di fabbrica. Evidente quindi la pretestuosità del provvedimento sanzionatorio visto che, oltre a trattarsi di uno sciopero ben noto, le modalità di convocazione sono state analoghe ad altre agitazioni passate.

La multinazionale svedese è nota per i numerosi episodi di attacco antioperaio di compressione sui diritti, ricatto sulle pelle dei lavoratori tra ipersfruttamento e minacce di delocalizzazione, dimostrandosi inoltre come avanguardia padronale nel promuovere la flessibilità lavoratori oggi dilagante, come quando negli anni 2000 propose il lavoro a chiamata ai suoi dipendenti e poi introducendo il part-time e il lavoro interinale. Così anche per quanto riguarda le relazioni industriali promuovendo quel modello di vera e propria partnership tra padroni e sindacati confederali che è stato replicato nelle grandi aziende del paese a partire dagli anni ’90. Nel mese di gennaio di quest’anno è stato infine denunciato dai lavoratori il fatto di esser stati costretti a lavorare a temperature che sfioravano i 10 gradi e a febbraio gli ispettori del lavoro hanno rilevato degli abusi da parte dell’azienda dello strumento dei contratti di solidarietà che segue, inoltre la sentenza del Giudice del lavoro di Pordenone emessa lo scorso anno che ha dato torto all’Electrolux sull’uso arbitrario delle ferie in sostituzione della cassa integrazione.

Più che un sospetto è quindi, come messo in evidenza dalla FLMU-CUB, che la rappresaglia aziendale contro questi lavoratori e lavoratrici sia una intimidazione per “prevenire eventuali contestazioni che si potrebbero manifestare visto l’avvicinarsi della scadenza dell’accordo interno che tanto ha pesato sulle tasche dei lavoratori sottoponendoli a sacrifici che poco hanno prodotto e pertanto l’Electrolux prepara la richiesta di altre lacrime e sangue con il solito ricatto dell’occupazione”. Il 15 maggio del 2014 venne firmato un accordo che ha comportato un aumento dei ritmi di lavoro, della velocizzazione nella linea di montaggio, taglio del salario, flessibilità sulle ferie, taglio dei permessi sindacali, taglio delle pause ecc. sostanzialmente una importante riduzione del costo lavoro all’ora che l’azienda aveva richiesto nel suo Piano per mantenere gli stabilimenti in Italia (http://www.senzatregua.it/electrolux-chi-sta-vincendo/).

La FLMU-CUB in risposta alla rappresaglia aziendale ha proclamato lo sciopero per giorno 13 aprile per difendere il diritto di sciopero e il ritiro dei provvedimenti che ha avuto un’alta adesione: “A Solaro percentuali di adesione del 35% nel 1° turno e 50% nel 2°. Forlì punte del 50% con lo stabilimento di Susegana che passa dall’85% del 2° turno al 95% della giornata. Partecipazione – si legge nel comunicato della FLMU-CUB – che denota che i lavoratori e le lavoratrici hanno ben compreso l’importanza dell’iniziativa attraverso la lotta, per rigettare la logica aziendale volta ad attaccare il diritto di sciopero”. “Da tempo la classe padronale con l’appoggio di ampi settori presenti in parlamento, cerca di smantellare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, in particolare il diritto di sciopero unico strumento in mano ai lavoratori per reagire, se è il caso, anche nella inerzia dei vertici sindacali, agli attacchi diretti a peggiorare le loro condizioni di vita e di lavoro” – prosegue il comunicato sindacale che attacca frontalmente l’accordo del 10 gennaio 2014 che limita fortemente il diritto di sciopero. “La risposta che i lavoratori e le lavoratrici hanno alla logica padronale, ribadisce con forza che non solo è necessario, ma anche possibile, riappropriarsi della capacità di lotta nel conflitto tra capitale e lavoro” conclude il comunicato di un importante e significativo sciopero che va nella giusta direzione di organizzare il contrattacco.

Ai lavoratori della Electrolux è giunta la solidarietà del Partito Comunista, che in una nota dell’Ufficio Politico ha affermato: “Nel momento in cui si intensifica l’attacco ai diritti dei lavoratori e alle loro condizioni salariali, il Partito Comunista invia la propria solidarietà ai lavoratori della Electrolux in lotta. Solo l’unità dei lavoratori, solo l’organizzazione e la lotta possono arrestare i ricatti occupazionali, che ormai sono all’ordine del giorno. E’ necessario che i lavoratori si organizzino sostenendo l’azione dei sindacati conflittuali e mettendo in minoranza quelle gerarchie sindacali confederali che vogliono, al contrario, illudere i lavoratori con possibili compromessi al ribasso. Oggi che anche il diritto di sciopero è posto sotto attacco, tanto più è necessaria l’unità e l’organizzazione dei lavoratori.“

 

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