L’istruzione pubblica torni a essere considerata una necessità

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L’istruzione pubblica torni a essere considerata una necessità

Commissione Giovani, Partito Comunista

 

In questi primi giorni del nuovo anno l’attenzione mediatica si è comprensibilmente rivolta verso alcuni avvenimenti di rilievo internazionale e nazionale che hanno suscitato intensi dibattiti nell’opinione pubblica: dall’assalto dei “trumpiani” a Capital Hill, avvenuto lo scorso 6 gennaio, allo scenario della crisi di Governo, apertasi a seguito delle dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti – in quota Italia Viva. Eventi, questi, che sicuramente meritano la considerazione dei cittadini, nonché profonda riflessione da parte del mondo politico.

Tuttavia, non possiamo esimerci dal constatare che sarebbe stato auspicabile che la medesima attenzione fosse stata rivolta a un’altra delle grandi questioni – e dei grandi interrogativi – che in queste ore vede protagoniste le giovani generazioni: l’istruzione.

Il nuovo decreto-legge, approvato lo scorso 14 gennaio, non evoca alcuna sorpresa per gli studenti, dal momento che per loro la situazione rimane invariata: a quasi un anno dello scoppio dell’emergenza sanitaria Covid-19, il leimotiv dell’istruzione pubblica rimane quello dell’incertezza costante, dell’immobilismo, del “navigare a vista”. Il nostro paese dimostra infatti di non essere ancora stato in grado di dotarsi dei mezzi sufficienti a garantire il regolare svolgimento del servizio della Pubblica Istruzione, cosicché, ancora in queste ore, Il Governo e gli enti locali si trovano a dover scegliere tra il non poter garantire un rientro a scuola in sicurezza e il continuare con la DAD, offrendo un servizio insufficiente, in quanto non in grado di coinvolgere efficacemente tutti gli studenti – entrambe opzioni, queste, che determineranno in ogni caso gravissimi danni alle nuove generazioni.

A fronte delle problematiche particolari – dalle quali, purtroppo, non è esente nessuna realtà locale nel nostro paese – i comun denominatori possono sicuramente essere rintracciati nella mancanza di un efficace coordinamento Stato-regioni e nelle autonomie regionali e locali. L’emergenza che stiamo ancora vivendo ha infatti messo in luce, come forse era mai avvenuto prima d’ora, quanto la decentralizzazione di servizi essenziali, come quello dell’istruzione e della sanità pubbliche, possa essere dannosa per il loro funzionamento. Ciò è testimoniato dal fatto che, accanto agli annosi problemi che ammorbano questi servizi a livello nazionale (come la mancanza di personale docente e lo stato fatiscente degli edifici scolastici), in questi mesi siano emerse altrettante problematiche di carattere locale.

A tal proposito, basti pensare alle condizioni in cui versa il trasporto pubblico, ricordando che esso costituisce una variabile fondamentale per la riapertura delle strutture scolastiche, tant’è che ogni giorno centinaia sono le segnalazioni di studenti costretti a vivere situazioni di assembramento sui mezzi di trasporto.

Emblematica sulla correlazione tra efficienza del trasporto pubblico e riapertura delle scuole la sentenza emessa dal Tar dell’Emilia Romagna lo scorso 15 gennaio, sentenza che annullava l’ordinanza del Presidente Bonaccini sulla DAD al 100%, affermando che la Regione avrebbe potuto “agire con misure che incidono, a monte sul problema del trasporto pubblico di cui si avvale l’utenza scolastica”.

La situazione complessiva che sta andando delineandosi in Italia da un anno a questa parte non può che peggiorare progressivamente se il Governo, le Regioni e gli enti locali non intervengono tempestivamente. Ciò è confermato anche dai dati IPSOS, secondo i quali circa 34mila studenti tra i 14 e i 18 anni risultano già essere a rischio abbandono scolastico, e questo in un paese nel quale il tasso di abbandono era già uno tra i più alti in Europa anche prima dell’arrivo della pandemia.

Come giovani comunisti, esigiamo che l’istruzione pubblica torni a essere considerata una necessità, esattamente come il diritto alla salute, e che, in quanto tale, le siano offerti tutti gli strumenti e i supporti di cui necessità, affinché gli studenti possano tornare a frequentare le lezioni in presenza e in sicurezza.

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