Anche sui vaccini, figli e figliastri

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Anche sui vaccini, figli e figliastri

di Claudio Puoti

 

La somministrazione del vaccino Astra Zeneca a diverse categorie di cittadini sta creando confusione e dubbi. Intanto si deve premettere che a differenza dei vaccini di Pfizer e Moderna, basati sulla tecnologia dell’ mRNA, il vaccino AZ si basa sulla inoculazione di un vettore virale inattivo (adenovirus) per veicolare le istruzioni necessarie alla sintesi della proteina spike di SARS-CoV-2.

La Commissione tecnico-scientifica dell’AIFA ha suggerito un utilizzo preferenziale:

  • dei vaccini a mRNA nei soggetti anziani e/o a più alto rischio di sviluppare una malattia grave
  • del vaccino AstraZeneca nei soggetti tra i 18 e i 55 anni.

Sulla base dei risultati di immunogenicità e dei dati di sicurezza, il rapporto beneficio/rischio del vaccino risulta comunque favorevole anche nei soggetti di età più avanzata che non presentino specifici fattori di rischio.

Di recente peraltro l’AIFA ha posto indicazione anche per i soggetti di età superiore a 55 anni, purché non presentino patologie importanti.

Da cosa nascono allora i dubbi?

Sebbene debba essere considerato sicuro ed indicato dai 18 anni in su, questo vaccino nei trials registrativi ha dimostrato un’efficacia del 60% circa, quindi inferiore agli altri due già in uso. Sicuramente è preferibile essere vaccinati con AZ che non essere vaccinati, ma sorgono spontanee diverse domande.

Per esempio, perché limitarsi a questi tre vaccini e non prenderne in considerazione anche altri? Perché ignorare del tutto il vaccino russo (già in uso in alcuni Paesi anche dell’UE) o quello cubano?

Perché continuare ad acquisire un vaccino di efficacia relativa, avendo a disposizione diverse alternative?

Nel Lazio gli stessi medici cui è stato proposto il vaccino AZ hanno protestato per la scelta, ed in alcuni casi hanno rinunciato alla somministrazione.

In conclusione, se sei giovane e sano farai il vaccino Astra Zeneca, sperando di estrarre alla lotteria il biglietto che ti porterà nel gruppo dei 60 su 100 fortunati …

Come informa il sito Fatto quotidiano, i ricercatori puntualizzano che “non è ancora chiaro per quanto tempo possa durare la protezione di una singola dose di vaccino, perché i risultati dello studio sono limitati a un massimo di 3 mesi”. Inoltre vi è ulteriore preoccupazione sui tagli nelle forniture annunciate da AZ, che ci chiediamo quanto non dipenda dal mercato delle vacche che si è scatenato nel mondo, addirittura coinvolgendo la possibilità che le regioni italiane entrino autonomamente in questo mercato.

Tutto ciò non fa che aumentare lo scetticismo dei cittadini.

Come Partito Comunista non possiamo non cogliere l’ennesimo affronto al personale scolastico che, continuando a lavorare in presenza in classi in cui si riscontrano sempre maggiori positività, si trova costretto a sottoporsi ad un vaccino che potenzialmente ha efficacia più limitata.

Una classe di lavoratori costretta a lavorare in condizioni miserevoli, in edifici fatiscenti, senza alcun distanziamento e senza dispositivi veramente sicuri.

Ad oggi le uniche certezze professionali che hanno i docenti sono infatti le seguenti:

  • Blocco del contratto da 9 anni
  • Nessun aumento salariale
  • Arretrati non retribuiti
  • Stipendi più bassi in Europa
  • Scatti stipendiali dimezzati per gli anni da precari.

Il Partito Comunista per l’ennesima volta chiede il riconoscimento del ruolo preminente svolto a livello culturale e pedagogico dalla classe docente e si pone ancora una volta al fianco dei lavoratori a difesa della loro dignità.

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