La Germania è sotto pressione. Qualcosa deve cedere

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La Germania è sotto pressione. Qualcosa deve cedere

da: https://thecommunists.org/2022/10/19/news/germany-under-pressure-eu-energy-inflation-sanctions/

Con l’aggravarsi della crisi economica e il diffondersi del panico politico, il futuro di un blocco imperialista europeo unificato appare sempre più incerto.

 

La crisi economica in Europa, esacerbata e accelerata da sanzioni controproducenti contro l’energia russa a basso costo che ha alimentato l’industria del continente per decenni, minaccia di distruggere la tanto decantata “unità” dell’UE, mentre ogni membro lotta per la propria sopravvivenza.

La combinazione di crisi di sovrapproduzione e aumento dei prezzi del carburante sta mettendo l’economia tedesca sotto una pressione così intollerabile che prima o poi qualcosa dovrà cedere, forse anche la stessa Unione Europea.

Dopo aver spinto Berlino a fermare il gasdotto Nord Stream 2 e aver facilitato il sabotaggio terroristico della maggior parte del resto della rete Nord Stream, l’imperialismo statunitense ha per il momento assicurato alla Germania e alla Francia un mercato vincolato per il gas naturale liquefatto (GNL) statunitense. Sta sfruttando al massimo il blocco del gas russo per costringere i membri dell’UE a pagare un sacco per il GNL spedito dagli Stati Uniti.

Il riempimento di una grossa petroliera negli USA costa solo 60 milioni di dollari, il cui contenuto può essere venduto in Europa fino a 275 milioni di dollari, grazie al divario che si allarga tra i prezzi di mercato americani e quelli europei. Gli Stati Uniti hanno messo la Germania alle strette e continuano a girare la vite, imperturbabili per le conseguenze politiche a lungo termine di trattare un “alleato” in questo modo.

La stabilità dell’UE è in gran parte fondata sulla solida base industriale della Germania. È quella forza che ora viene fatalmente minata poiché l’industria è affamata di energia a prezzi accessibili, con conseguente chiusura di molte fabbriche o trasferimento negli Stati Uniti.

Temendo di perdere quote di mercato a favore dei propri rivali europei, la Germania ha cercato di rafforzare l’industria e attenuare il colpo ai consumatori con un generoso pacchetto di sussidi. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha recentemente annunciato una misura di sussidio di 200 miliardi di euro per attutire le famiglie e le imprese tedesche dall’impennata dei prezzi dell’energia. E a questo si aggiunge una sovvenzione di oltre 100 miliardi di euro già concessa nell’ultimo anno, più 85 miliardi di euro specificatamente per il salvataggio delle società energetiche.

Se i vicini della Germania adottassero schemi di sussidio altrettanto audaci in preda al panico cieco per difendere le proprie economie nazionali, le conseguenze inflazionistiche potrebbero persino accelerare la fine della stessa UE.

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