COMMENTI AL DISCORSO DEL PRESIDENTE XI JINPING

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COMMENTI AL DISCORSO DEL PRESIDENTE XI JINPING

Il Discorso di Apertura UNITEVI PER MANO NEL CAMMINO VERSO LA MODERNIZZAZIONE di Xi Jinping, Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e Presidente della Repubblica Popolare Cinese alla Conferenza dal titolo Il CPC in dialogo con i partiti politici mondiali. Incontro di alto livello, tenutasi a Pechino il 15 marzo 2023, ha visto la partecipazione on line dei leader di numerosi partiti politici di tutto il mondo che più di altri convergono nella prospettiva multipolare.

La Conferenza ha visto la presenza di diversi Partiti Comunisti, tra cui il nostro.

Nel suo discorso il Presidente Xi ha fatto fare un ulteriore passo in avanti alla proposta politica che la Repubblica Popolare Cinese fa a tutto il mondo.

Il Presidente Xi per la prima volta ha parlato dell’iniziativa per la civilizzazione globale. Questa è una novità assoluta, dopo iniziative per la belt and road, lo sviluppo globale e la sicurezza globale. Portare a un tale livello di generalizzazione – da quello economico, poi economico, poi sociale ed ora culturale – la proposta di una prospettiva di sviluppo per tutti i popoli è un impegno enorme che la Repubblica Popolare Cinese, guidata dal Partito Comunista di Cina, con al centro il compagno Xi Jinping, assume davanti a tutto il mondo.

Il multipolarismo prospettato da Xi ormai si contrappone all’unipolarismo su tutti i fonti, offrendo la mano a tutti i popoli che desiderano trovare la propria strada verso lo sviluppo e l’affermazione della propria autodeterminazione e sovranità.

Xi parte da alcune domande:

Polarizzazione o prosperità comune? Pura ricerca materialistica o avanzamento coordinato materiale ed etico-culturale? Prosciugare lo stagno per catturare i pesci o creare armonia tra uomo e natura? Gioco a somma zero o cooperazione win-win? Copiare il modello di sviluppo di altri paesi o raggiungere uno sviluppo indipendente alla luce delle condizioni nazionali? Di che tipo di modernizzazione abbiamo bisogno e come possiamo realizzarla?

Se le domande sono formulate bene le risposte giuste vengono da sé. E infatti, con questa chiarezza, nessuno può onestamente rispondere che le risposte che l’umanità si attende e necessita urgentemente non siano le seconde ma le prime.

Esaminiamo da vicino i punti uno per uno.

Polarizzazione o prosperità comune. Perché questi due termini si contrappongono? Perché la prosperità comune non potrebbe venire da un sistema trainato guidato da un’unica forza propulsiva? Il mondo unipolare US-NATO-led si è visto nei decenni che ha solo aumentato i conflitti, le diseguaglianze, lo sfruttamento di alcune ristrette nazioni (ovviamente i gruppi dirigenti di tali nazioni) a scapito di tutte le altre. È un caso, o è proprio l’unipolarismo che ha insita questa caratteristica? La risposta – del tutto ragionevole – è la seconda.

Pura ricerca materialistica o avanzamento coordinato materiale ed etico-culturale? Chi conosce il marxismo sa che la base della visione del mondo è definita materialistica. Ma allora i comunisti cinesi sono in contraddizione con la proclamata adesione al marxismo-leninismo? Solo una volgarizzazione del marxismo scientifico può portare a questa banale obiezione. Infatti la distanza tra il materialismo dialettico e quello meccanicistico, tra l’etica socialista e l’edonismo capitalistico, non può essere più radicale. È proprio la concezione marxista che porta Xi a esaltare l’importanza degli aspetti materiali solo come presupposto per raggiungere un reale avanzamento culturale.

Prosciugare lo stagno per catturare i pesci o creare armonia tra uomo e natura?

Bella figurazione di cui gli orientali sono maestri. L’aspetto culturale precedentemente citato è il precursore delle soluzioni dei problemi scottanti attuali. In primis, quello ambientale. Ma attraverso questa figura, si traccia anche una linea netta di separazione tra gli ipocriti lamenti pseudo-ecologistici dei principali responsabili dell’attuale situazione, e chi pone in prima posizione le vere cause di tali emergenze, ossia l’atteggiamento predatorio unipolare.

Gioco a somma zero o cooperazione win-win?

Questo è il punto su cui da più lungo tempo batte la visione di Xi. In questo mondo c’è posto per tutti. Anzi, o si trova un posto rispettoso per tutti, o i problemi potranno solo aggravarsi. L’unico posto che non ha cittadinanza in questo punto di vista è quello di chi si oppone per i propri miopi interessi alla cooperazione. Da marxisti sappiamo bene quali sono le condizioni della lotta di classe che determinano le leggi generali dello sviluppo capitalistico. E quindi la proposta della cooperazione potrebbe essere vista come qualcosa di idealistico, di irrealizzabile in condizione di vigenza del capitalismo come sistema di produzione dominante nella nostra epoca. Tuttavia occorre capire concretamente a chi questo discorso è principalmente indirizzato. La cristallina ragionevolezza del discorso ne costituisce la forza. È chiaro che ognuno dei soggetti attuatori lo filtreranno secondo il proprio punto di vista e secondo la propria convenienza. Allora – ed è il punto essenziale – attirare verso il multipolarismo forze eterogenee, che chiaramente lo fanno per perseguire i propri interessi, a lungo periodo anche contrastanti, ma che in questo momento trovano conveniente opporsi all’unipolarismo a guida USA-NATO, è una leva sufficiente per incrinare lo strapotere di quelle forze? Stiamo assistendo a un vero crollo verticale della moral suasion statunitense. Le azioni illegali che hanno intrapreso nel passato – e ancor di più nell’ultimo anno – stanno facendo allarmare molti di coloro che invece erano rifugiati sotto l’ala dell’Aquila. Dare a questi attori una possibilità alternativa, efficace e credibile costituisce di per sé uno straordinario risultato nel bilancio complessivo dei rapporti di forza internazionali tra regressione del capitalismo predatorio e avanzamento verso il socialismo.

Copiare il modello di sviluppo di altri paesi o raggiungere uno sviluppo indipendente alla luce delle condizioni nazionali?

Questa prospettiva verso il socialismo non può e non deve essere vista come una condizione pregiudiziale per aderire al multipolarismo. È fin troppo chiaro che oggi nel mondo le forze che sono alla guida dei paesi non sono certo in maggioranza orientate in quella direzione. In secondo luogo, se si ribadisce la necessità per ciascun popolo di autodeterminarsi secondo le condizioni nazionali, sarebbe assurdo voler immediatamente dopo imporre come condizione l’adesione a una visione del mondo. Ciò è in contraddizione con la realtà che questa è l’epoca delle rivoluzioni proletarie? Certamente no. Questo dato è incontrovertibile. Ma le condizioni affinché esse possano affermarsi, paese dopo paese, vanno create nel concreto e non attraverso semplici petizioni di principio. La creazione di una moderna classe operaia in Africa, l’uscita dal sottosviluppo e con esso dalla iugulazione imposta dalla famigerata Troika, la fine del predominio del dollaro come unica moneta di scambio tra le nazioni. Questi tre risultati allontanano o avvicinano dall’obiettivo? Basta ascoltare gli strilli dei corifei dell’Aquila per capire la verità.

Di che tipo di modernizzazione abbiamo bisogno e come possiamo realizzarla? Dobbiamo sostenere il principio di indipendenza ed esplorare percorsi diversificati verso la modernizzazione. La modernizzazione non è “un brevetto esclusivo” di una piccola manciata di paesi, né è una domanda a risposta singola. Non può essere realizzato con una ricettina da cucina o un semplice “copia e incolla”. Affinché qualsiasi paese raggiunga la modernizzazione, non solo deve seguire le leggi generali che governano il processo, ma soprattutto considerare le proprie condizioni nazionali e le proprie caratteristiche uniche. È il popolo di un paese che si trova nella posizione migliore per dire quale tipo di modernizzazione si adatta meglio a esso. I paesi in via di sviluppo hanno il diritto e la capacità di esplorare autonomamente il percorso di modernizzazione con le loro caratteristiche distintive basate sulle loro realtà nazionali.

Così come l’“esportazione della democrazia” a marchio USA è una truffa ormai palese a tutti, anche l’“esportazione del socialismo”, se mai fosse possibile, è una deviazione grave dal leninismo, che tutti i leader del movimento comunista hanno da sempre combattuto.

La chiave di tutto l’impianto è l’importanza della forza propulsiva del popolo e la imprescindibile necessità di far convergere ogni civiltà, così come scaturita dalla propria storia, all’interno di un movimento mondiale in cui ognuno abbia lo stesso spazio e lo stesso rispetto.

Dobbiamo sviluppare il nostro paese e la nostra nazione con le nostre forze, e dobbiamo mantenere una presa salda sul futuro dello sviluppo e del progresso del nostro paese. Dobbiamo rispettare e sostenere i percorsi di sviluppo autonomamente scelti dai diversi popoli per inaugurare insieme una nuova prospettiva di modernizzazione dell’umanità che sia come un giardino dove sbocciano cento fiori.

Mantenere una presa salda sul nostro futuro”. Qui si tocca un altro tema critico di questa epoca. La contrapposizione tra la supremazia dell’economia sulla politica o della politica sull’economia. Come abbiamo rilevato più volte, e come il periodo della fallimentare gestione della pandemia ha rivelato a tutti i popoli del mondo e ora in questa disgraziata crisi che insanguina l’Europa, nei Paesi in cui il predominio degli interessi economici riassume in sé anche la guida delle scelte politiche si aprono le porte alle tragedie più immani. Ultima in preparazione, la bolla finanziaria. Ma anche, di più lunga portata, la gestione dell’inflazione. Per parlare solo di alcuni aspetti. Ebbene, noi comunisti sappiamo che la soluzione a questi problemi non sta se non nella socializzazione dei mezzi di produzione. Ma questa è una recita inutile se non è corredata dai passi concreti che a questo obiettivo devono far tendere ognuno dei paesi del mondo. Oscurare il percorso significa semplicemente allontanare indefinitamente il momento dell’arrivo. Come ciò non sia la riproposizione dell’opportunismo socialdemocratico di fine Ottocento, ma l’esatto contrario è assicurato da due punti essenziali. Primo, il compito dei Partiti Comunisti – in particolare nell’Occidente capitalistico – non è quello di far accordi con la propria borghesia, ma invece sviluppare le più ampie alleanze per la distruzione del sistema unipolare. Secondo, contrariamente all’opportunismo socialdemocratico di stampo meccanicistico ed elettoralista, la prospettiva concreta a cui siamo chiamati è quello di connettersi ai movimenti più sommersi e agitati del nostro popolo. In questo il compito è arduo, ma la connessione tra una forza che mina alla base il predominio mondiale USA-NATO e le forze nazionali che traggono forza e autorevolezza nella propria lotta, è la novità che l’ingresso della RPC nel nuovo agone internazionale impone al mondo. Se le politiche della RPC dovessero essere in contrasto con le linee politiche dei partiti comunisti nel mondo, allora si potrebbe gridare allo scandalo, ma in questo caso la sinergia non può essere più fruttuosa.

Il 20° Congresso Nazionale del PCC ha proposto di promuovere il ringiovanimento della nazione cinese su tutti i fronti attraverso un percorso cinese verso la modernizzazione. La modernizzazione cinese è quella di un’enorme popolazione, di prosperità comune per tutti, di progresso materiale e culturale-etico, di armonia tra umanità e natura e di sviluppo pacifico. È radicato nelle nostre condizioni nazionali e attinge anche all’esperienza di altri paesi. Porta l’impronta della storia e della cultura tradizionale e contiene anche elementi moderni. Offre benefici al popolo cinese e promuove anche lo sviluppo comune del mondo. È un percorso sicuro per noi per costruire una nazione più forte e realizzare il ringiovanimento della nazione cinese. È anche un percorso che dobbiamo intraprendere per cercare il progresso per l’umanità e l’armonia per il mondo intero. Rimarremo impegnati nella giusta direzione, nelle giuste teorie e nel giusto percorso. Non devieremo dalla rotta cambiando la nostra natura o abbandonando il nostro sistema. Poiché il nostro futuro è strettamente connesso a quello di altri paesi e popoli, ci impegneremo a fornire nuove opportunità per lo sviluppo mondiale, aggiungeremo nuovo slancio all’esplorazione da parte dell’umanità dei percorsi verso la modernizzazione e forniremo nuovi contributi alla teoria e alla pratica della modernizzazione dell’umanità mentre facciamo nuovi progressi nella modernizzazione cinese.

Ecco quindi la forte determinazione a proseguire nel solco già tracciato. Una forte presa di posizione rispetto a coloro che si aspettano o auspicano tentennamenti o ritorni indietro. Una orgogliosa valutazione del percorso di successo compiuto. Ma anche una indicazione a ognuno di trovare il proprio percorso.

Xi ora ripercorre per punti le proposte che in questo decennio hanno caratterizzato la sua direzione.

Il CPC è pronto a collaborare con i partiti politici di tutti gli altri paesi per promuovere una cooperazione Belt and Road di alta qualità.

Il CPC continuerà a salvaguardare l’equità e la giustizia internazionali e a promuovere la pace e la stabilità nel mondo. Indipendentemente dal livello di sviluppo raggiunto dalla Cina, non cercherà mai l’egemonia o l’espansione.

Qui viene la nuova proposta, il salto di qualità, dall’economia e dalla politica al fattore culturale.

Il CPC continuerà a promuovere gli scambi tra le civiltà e l’apprendimento reciproco e farà avanzare il progresso delle civiltà umane. In tutto il mondo, paesi e regioni hanno scelto percorsi diversi verso la modernizzazione, che sono radicati nelle loro civiltà uniche e lunghe. Tutte le civiltà create dalla società umana sono splendide. Sono loro da cui trae la sua forza la spinta alla modernizzazione di ogni paese e da dove viene la sua caratteristica unica. Esse, trascendendo il tempo e lo spazio, hanno dato insieme un importante contributo al processo di modernizzazione dell’umanità. La modernizzazione cinese, come nuova forma di progresso umano, attingerà ai meriti di altre civiltà e renderà più vibrante il giardino delle civiltà mondiali.

Qui, desidero proporre la Global Civilization Initiative.

Sosteniamo il rispetto per la diversità delle civiltà. I paesi devono sostenere i principi di uguaglianza, apprendimento reciproco, dialogo e inclusione tra le civiltà e lasciare che gli scambi culturali trascendano l’estraniazione, l’apprendimento reciproco trascenda gli scontri e la convivenza trascenda i sentimenti di superiorità.

Questa proposta si inserisce nel discorso multipolare precedentemente esposto, ma lo porta ancora a un livello superiore, a un livello culturale, a qualcosa a cui i sostenitori dell’unipolarismo non possono neanche aspirare. Una cultura che scaturisce dalla comprensione, rispetto e convivenza di tutte le culture che i popoli hanno sviluppato nei millenni della loro storia. Quanta distanza dalla piatta omogeneità che i costumi – non la cultura! – occidentali hanno imposto a un mondo ormai sfigurato da essa. Che concreta interpretazione dell’internazionalismo dei popoli contrapposto al globalismo delle corporation.

Sosteniamo i valori comuni dell’umanità. Pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà sono le aspirazioni comuni di tutti i popoli. I paesi devono mantenere una mente aperta nell’apprezzare le percezioni dei valori da parte di diverse civiltà e astenersi dall’imporre i propri valori o modelli agli altri e dall’alimentare il confronto ideologico.

Ancora una stoccata all’unipolarismo.

Pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà”. Sono state prese dall’imperialismo come le proprie parole di riferimento e sono state da sempre completamente ribaltate nella realtà nel proprio opposto. Guerra, povertà, diseguaglianza, arroganza, oligarchia e oppressione. La ripresa di quelle bandiere che sono state gettate e infangate dall’imperialismo sono riprese, ripulite e riproposte a tutta l’umanità.

Il Partito Comunista di Cina è pronto a condividere l’esperienza di governance con partiti politici e organizzazioni di altri paesi in modo che insieme possiamo fare grandi passi avanti sulla via della modernizzazione verso l’obiettivo di costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità.

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