MUOS: epilogo del bluff a cinque stelle

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MUOS: epilogo del bluff a cinque stelle

Il Consiglio di Giustizia Amministrativo siciliano ha dichiarato nella giornata di ieri “inammissibile” il ricorso presentato da alcune associazioni che chiedevano la revoca delle precedenti sentenze amministrative che, dal 2015, hanno dichiarato il Muos non abusivo ribaltando l’iniziale sentenza favorevole del Tar. Il CGA pone così definitivamente fine alla vicenda giudiziaria in campo amministrativo (mentre rimane ancora in corso il processo penale) – relativo all’accusa di abusivismo – accogliendo la richiesta dell’avvocatura dello Stato e quindi del Ministero della Difesa guidato dalla Ministra Trenta del M5S.

Una sentenza che in fondo ci si aspettava ma che mette ancora più in luce il bluff messo in scena dal M5S, regionale e nazionale. La roboante presa di posizione del deputato regionale Trizzino («smantelleremo il Muos») e l’annuncio del vicepremier Di Maio («ci saranno novità») avevano partorito nient’altro che la rinuncia da parte dell’avvocatura di Stato a presentarsi durante l’udienza del CGA del 14 novembre 2018. Quello che veniva definito “un fatto storico” era in realtà un vero e proprio bluff che non cambiava di una virgola la posizione del ministero della difesa e delle memorie difensive già depositate agli atti il 12 ottobre, come avevano prontamente denunciato i legali del Movimento No Muos. E che, addirittura, si è rivelato totalmente controproducente.

La sentenza del CGA si riferisce esclusivamente “sui motivi della revocazione” della decisione del 14 aprile 2016 e non entra nel merito del giudizio sulla legittimità o meno delle autorizzazioni per la costruzione del Muos in un’area inedificabile per vincoli ambientali che valgono evidentemente per tutti tranne che per gli imperialisti americani. Nella sentenza si sostiene infatti che «non può ritenersi che gli autori della sentenza in esame abbiano omesso di affrontare la questione della tutela ambientale della Sughereta» ma «che abbiano scientemente ritenuto che la tutela ambientale possa costituire un interesse recessivo rispetto ad altri interessi pubblici».  Tradotto, per lo Stato borghese la legge sono gli interessi degli imperialisti al di sopra di ogni altra cosa, con buona pace degli apologeti della “legalità” e dello “stato di diritto”.

La Ministra della Difesa Trenta d’altronde ha espresso in varie occasioni che il governo M5S-Lega non ha alcuna volontà politica di mettere in discussione gli accordi militari in essere con gli Stati Uniti, confermandoli ed ampliandoli, in perfetta continuità con i precedenti esecutivi. Nessun cambio di attitudine nemmeno sul versante dei processi penali nei confronti delle centinaia di attivisti e militanti che in questi anni hanno lottato e continuano a farlo per smantellare il Muos e chiudere la base USA di Niscemi, con l’avvocatura dello stato che continua a presentarsi contro di essi. Un totale tradimento delle promesse elettorali.

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