IL MERCATO DEL LAVORO IN GERMANIA – II PARTE

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IL MERCATO DEL LAVORO IN GERMANIA – II PARTE

 

di Carlo Mingotto (Coordinatore sez. Germania) – Partito Comunista Germania

 

A partire dal 1 gennaio 2003 una commissione guidata da Peter Hartz , dirigente risorse umane presso la Volkswagen e nominata dal secondo governo socialdemocratico di Gerard Schröder, ha ideato ed attuato l’omonimo Piano Harzt (Hartz-Konzept) e cioè un insieme di proposte per i “Servizi moderni al mercato del lavoro” articolato in 4 leggi(ognuna specifica ai vari comparti del mercato del lavoro tedesco) ,l’ultima delle quali Hartz IV del 1 gennaio 2005 integrata dalla successiva modifica del 2006 che introduceva definitivamente l’indennità di disoccupazione II (Arbeitslosengeld II).

Hartz4 è una riforma socialdemocratica per cui dietro un’apparente protezione delle persone e quindi dei lavoratori, si cela sempre il vero scopo ed il fine ultimo che è quello di proteggere ed incrementare gli interessi della classe dirigente, regalandole materiale umano, costretto ad accettare qualunque tipo di lavoro ad ogni condizione.

 

Lo stato borghese così facendo, ha svenduto il proletariato alla ricca borghesia imprenditoriale.

L’ importo del sussidio è di 436 euro, l ‘ affitto è pagato separatamente ma si tratta quasi sempre di abitazioni malsane, vecchie, piccole e situate in contesti degradati, perché è il jobcenter a stabilire il prezzo dell’affitto da pagare.

L’ erogazione dell’importo, già misero di suo, può essere ulteriormente ridotto, se il percettore rifiuta un posto di lavoro, o se comunque si dimostra ” poco collaborativo” perché l’ideale di base è di attribuire al singolo individuo la colpa della propria condizione, per renderlo più servile e debitore nei confronti dello stato carnefice, nelle vesti di buon samaritano.

Il kindergeld (sussidio in caso di figli a carico) di 219 euro, così come il mantenimento versato dal genitore separato, viene sottratto, quindi i bambini figli dei percettori hartz4, non hanno il diritto di tenere quei soldi per se, lusso riservato solo a chi gode di stipendio, e quindi anche qui lo stato si rende colpevole di discriminare le persone già in tenera età, causando un problema molto sentito in Germania, e cioè la povertà infantile, cosa che non avrebbe motivo di esistere se le famiglie potessero usufruire di 219 euro in più al mese.

Il governo avido amico dei padroni non può però far sì che un operaio stipendiato col salario minimo, abbia meno in tasca di un disoccupato, bisogna tenere viva la rivalità fra le due classi, ed è questa la vera ragione per la quale il kindergeld viene sottratto dall’hartz4.

I costi per l’asilo vengono erogati dal comune, se i genitori sono percettori di hartz4.

La krankenkasse ossia l’assicurazione sanitaria viene erogata dal jobcenter (Uffici di collocamento), ma è la stessa che tramite una tabella decide il limite per l’esonero delle spese mediche, cosa che purtroppo non accade in automatico e subito.

 

Gli effetti sulla società sono stati devastanti, povertà, precariato lavorativo e sociale, alimentata e preservata dalla creazione attraverso questa riforma dei Mini-jobs cioè lavoretti a 400 euro mensili, tutti fattori che favoriscono la crescita di un proletariato particolarmente sfruttato, anche questi un vantaggio per la classe dominante.

Ma hartz4 significa anche umiliazione, infatti le TV e i giornali di regime non perdono occasione per denigrare pubblicamente i percettori hartz4, per un doppio fine, far scemare ogni forma  di lotta e malcontento della classe operaia facendo sì che si senta fortunata e previlegiata, perché “tanto c’è chi sta peggio” e distrarre le masse dal vero problema e cioè il governo capitalista, facendo passare per colpevole invece, chi per primo paga le conseguenze delle malefatte del governo complice dei padroni.

Hartz4 ha quindi aumentato la povertà, invidia sociale e spento ogni forma di lotta di classe, un vero capolavoro capitalista, perciò viene preso come esempio e modello da seguire da altre nazioni, come ad esempio l’Italia.

Marx sosteneva che la povertà non è mai casuale bensì risiede nei meccanismi che governano il mercato del lavoro.

 

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