PRIMO LUGLIO, ATTACCO ALLE CLASSI POPOLARI!

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PRIMO LUGLIO, ATTACCO ALLE CLASSI POPOLARI!

Il primo luglio 2021 i lavoratori saranno sottoposti ad un attacco durissimo.

In quella data si sommeranno una serie di misure, ovviamente a trazione padronale, che coinvolgeranno milioni di lavoratori:
Sblocco dei licenziamenti, (lo chiamano selettivo per spaventare meno)  riguarderà  centinaia di migliaia di lavoratori.
Aumento delle tariffe luce (+ 12%) e gas (+21%).
Sblocco degli sfratti.
Ripresa delle esecuzioni immobiliari.

Insomma un vero e proprio attacco ai lavoratori, che in assenza di organizzazione, sono sempre più succubi dei voleri padronali che stanno portando l’Italia alla rovina.

Tutto questo in una situazione, illustrata dall’Istat la scorsa settimana, dove emerge un aumento drammatico della povertà nel nostro paese. Più di 5 milioni e mezzo di persone sono nella povertà (1.300.000 sono minori). Ovviamente tutta l’informazione (che possiamo definire di “regime”) ha sottolineato con vigore che questo aumento della povertà deriva dalla crisi economica scatenata dalla pandemia, ma omette accuratamente di informare che anche prima del covid la povertà nel nostro paese riguardava oltre 5 milioni di cittadini (per la precisione, secondo l’Istat nel 2018 gli italiani in povertà erano 5.040.000).

Intanto i vari governi (di diversi colori) che si sono succeduti, inclusi i governi Conte e poi il Governo Draghi, non hanno fatto mancare il proprio contributo nell’aumento delle spese militari, arrivate a superare i 27 miliardi di euro… per assecondare i voleri del governo Usa e del suo braccio armato, la Nato.

Rispetto a questa situazione di emergenza: il governo, i partiti in parlamento ed i mass-media parlano di soldi che verranno dall’U.E. (con condizioni capestro che oggi non ci vengono ancora rivelate),  di mascherine, di decreti multicolor, di inginocchiamenti nel calcio ed altre amenità.

Lo sblocco dei licenziamenti coinvolgerà migliaia di lavoratori. In alcuni casi le aziende sono in difficoltà (ma tutti i giorni Governo e tv ci “informano” che la ripresa sarà potente, addirittura parlano di un aumento della produzione che sfiorerà il 5% per quest’anno). Ma in altri casi (con la scusa della crisi) i padroni useranno questa misura per licenziare lavoratori assunti prima del job-act (quella porcata del Pd che ha eliminato l’art. 18 a tutela del lavoratori) per acquisire nuovi dipendenti con meno diritti.

In questa situazione di disoccupazione e precarietà del lavoro, ovviamente l’aumento delle tariffe e lo sblocco degli sfratti rappresenta un’ulteriore stangata per le classi popolari. Secondo le stime di Nomisma Energia, si avrà un “aumento per le bollette dell’elettricità del 12%, per il gas del 21%”.

Lo sblocco degli sfratti aggraverà (soprattutto nelle aree urbane) l’emergenza abitativa che riguarda oltre 70.000 famiglie (richiesta pre-covid tutt’ora sospese) alle quali si aggiungeranno altre migliaia di richiesta di sfratto che ad oggi non è possibile conteggiare…

Non dimentichiamo poi la “ciliegina sulla torta” rappresentata dalla ripresa delle esecuzioni immobiliari e dei pignoramenti sulla prima casa.

Insomma tutto porta ad ipotizzare una tempesta perfetta ai danni delle classi popolari e dei lavoratori. Il 26 giugno i sindacati confederali hanno organizzato 3 manifestazioni in tre grandi Città, ma nel profluvio di parole e di indignazione, non sono venute fuori altro che timide richieste, tese più ad un proprio riconoscimento da parte del Governo, che alle concrete esigenze dei lavoratori.

Ed infatti, tra le tante parole vigorose e ruggenti dei sindacati, mancava l’unica veramente importante: Sciopero Generale!

Se non ora quando? Tutto quello che abbiamo scritto ci dice di una crisi drammatica. E non possiamo dimenticare che ogni giorno contiamo 4 morti sul lavoro. L’ultimo ieri, stremato nella raccolta dei pomodori in Puglia. Ma in che tempi viviamo? Si può continuare ad accettare passivamente?

La morte di Adil (sindacalista morto il 18 giugno durante uno sciopero della logistica a Biandrate) ci dice che è arrivata l’ora di cambiare rotta per battere: la disoccupazione, gli sfratti, i pignoramenti sulla casa.

C’è un tempo per ogni cosa.  Oggi è il tempo della Lotta!

Lotta con il Partito Comunista

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